Maltrattamenti a dodici pitbull. Condanna e risarcimento alla Lac

L'uomo aveva tenuto gli animali "in condizioni non appropriate"

Pitbull in una foto d'archivio

Pitbull in una foto d'archivio

Grosseto, 23 aprile 2018 -  Pensava di aver chiuso il «conto» con la giustizia concordando la pena davanti al giudice dell’udienza preliminare. Ma non è andata così. Un giovane grossetano, C.B., è stato condannato per maltrattamento di animali. «Per avere tenuto ben 12 pit-bull, in condizioni non appropriate». Tanto da far scattare la denuncia alle forze dell’ordine. Il grossetano ha deciso di chiudere la vicenda penale patteggiando la pena. E così è stato. Ma ora sa che dovrà anche risarcire i danni alla Lac (Lega per l’abolizione della caccia). Così, di recente, hanno sentenziato i giudici della Corte di Cassazione. Non solo condanna penale, ma anche «mano al portafoglio» per pagare i danni all’associazione che si era costituita parte civile.

Il giovane accusato e condannato per maltrattamenti ha provato a difendersi e a evitare di dover pagare, asserendo che la decisione presa dai giudici della Corte di Appello di Firenze, non avrebbe tenuto conto di alcune memorie difensive che l’imputato aveva inviato telematicamente. Questione burocratica che i giudici della Suprema Corte non hanno ritenuto irrilevante. Non solo. Gli ermellini hanno anche respinto l’eccezione che la Lac, in quanto associazione di tutela degli animali non potesse avere le qualità di danneggiato, «perché non possono essere considerati soggetti passivi del reato; aveva sostenuto il legale del giovane. Aggiungendo, infine, che la sentenza di patteggiamento non è di fatto un’ammissione di colpa. Tutto respinto dalla Cassazione. L’aver concordato la pena senza spiegarne il motivo comporta che la sentenza possa rappresentare la prova del reato, hanno spiegato i giudici capitolini: «Nessun chiarimento è stato offerto – scrivono i giudici – a giustificazione della propria adesione alla definizione del procedimento penale».