Luigi Loffredo avrà una sua via. Sarà nel parcheggio Siluripedio

Il Comune di Monte Argentario intitola un'area alla memoria del Comandante Luigi Loffredo, deceduto nel 1944 durante un bombardamento aereo. La figlia Ines esprime commozione per il riconoscimento dell'eroismo del padre, che sacrificò la vita per aiutare i bambini affamati a Roma.

Luigi Loffredo avrà una sua via. Sarà nel parcheggio Siluripedio

Luigi Loffredo avrà una sua via. Sarà nel parcheggio Siluripedio

Sarà intitolata un’area alla memoria di Luigi Loffredo. La missione della signora Ines, maestra in pensione e figlia del comandante di una nave deceduto il 2 aprile 1944 a seguito di un bombardamento aereo, è compiuta. Su La Nazione avevamo raccontato, nel marzo scorso, la storia del marittimo santostefanese che perse la vita sul Tevere a seguito dell’affondamento della nave che serviva per l’approvvigionamento dell’Urbe, di cui era comandante. La figlia aveva chiesto al Comune di intitolargli uno spazio urbano come riconoscimento per gli 80 anni dalla scomparsa. Richiesta accolta, perché adesso la giunta comunale ha deciso di intitolare l’area comunale "Parcheggio del Siluripedio", a Porto Santo Stefano, alla memoria del concittadino Luigi Loffredo, e di apporre nel parco stesso una targa commemorativa con la dicitura "Largo Comandante Luigi Loffredo (1904-1944) un Eroe". Commozione per la figlia Ines Loffredo. "Era un comandante che si prodigava per gli altri – racconta –. Sono riconoscente al Comune per questa targa, hanno capito il valore di ciò che è successo e di ciò che ha fatto. Lui è stato un eroe non tanto perché è morto sotto i bombardamenti, ma perché nessuno voleva andare a comandare quella nave. Lui ha dato la vita per cercare di salvare 300 ragazzi che a Roma morivano di fame nel 1944. La mia commozione è grande, sono rimasta orfana a 3 anni perché lui facesse del bene a bambini della mia età".

Il 2 aprile scorso è ricorso l’ottantesimo anniversario della morte di Luigi Loffredo, medaglia d’onore per lunga navigazione di 2° grado, conferitagli con decreto del Presidente della Repubblica il 6 febbraio 1964.

Andrea Capitani