
Si discute del futuro dell'Ombrone
Grosseto, 23 febbraio 2023 - "Il fiume Ombrone è malato". Inizia così Giampaolo Ricci, presidente della Fipsas Grosseto che lancia un allarme. "L’Ombrone è forse l’unico fiume rimasto in Toscana se non in Italia allo stato "brado", come si direbbe in Maremma - ha aggiunto - presenta già da diversi anni una serie di problemi oggettivi e soggettivi. Tra quelli oggettivi il principale è l’emungimento delle sue acque e di quelle dei suoi affluenti principali Orcia e Merse che vengono praticamente essiccati prima di giungere al grande fiume. Si stima, perché la Regione Toscana non ha mai rivelato quante sono realmente le autorizzazioni di attingimento, che ci siano oltre 2.000 pompe che prelevano acqua a tutte le ore in mancanza di controlli in funzione contemporaneamente sul fiume e riducendolo in annate siccitose come l’ultima a poco più di un rigagnolo. Bisogna fare un plauso al Consorziodi Bonifica e al suo presidente Bellacchi che cerca di ridurre l’attingimento grazie all’interramento dei tubi, e alla sua politica di bacini (area Cernaia che speriamo sia pronto all’inizio lavori) che in qualche maniera vengono incontro ai nostri agricoltori senza distruggere il poco di acqua che ci arriva da monte".
Secondo il presidente nella zona di Istia "negli ultimi 20 anni il fiume ha perso profondità per almeno 15,5 metri di media riducendo notevolmente quanto invasato dalla steccaia. Il nonno diceva che i fossi vanno puliti dentro e mantenute le sponde altrimenti non sai dove vanno a finire, e credo avesse ragioni da vendere. Creare zone di laminazione delle piene porta a ricaricare le falde e ad avere maggiori quantità di acqua a disposizione della fauna ittica e dell’agricoltura. La fauna sotto e sopra l’acqua dipende dal fiume quindi una vera gestione della risorsa che contempli tutti gli aspetti credo che sia non solo necessaria ma indispensabile". Poi c’è la questione della mancanza di fauna ittica.
"Per la riduzione importante delle catture bisogna purtroppo mettere ai primi posti il Bracconaggio che negli ultimi anni ha avuto una recrudescenza importante avendo avuto negli ultimi anni un'impennata esponenziale vedi i soldi facili che porta. Qui si vende alla luce del sole pesce di acqua dolce di provenienza illecita e ovviamente senza alcun controllo sanitario, dai gatti punteggiati, ai carassi, agli ormai rarissimi cavedani, alle carpe sempre più ricercate dagli acquirenti dell’Est, alle indispensabili alborelle che sono un marchio di salubrità delle acque, alle rarissime anguille di cui è vietata la cattura. Il tutto proveniente da catture illegali e l’ Ombrone è tra i più colpiti soprattutto nel periodo estivo dove il fiume si guada quasi dappertutto e dove i soldi facili delle catture illegali portano a uno spopolamento delle sue acque".