REDAZIONE GROSSETO

Lite a Roselle: "Daspo" di 10 anni per Ceri

Provvedimento del questore nei confronti dell’ex vice presidente dell’Us Grosseto. Stessa misura (ma ridotta) per due tifosi

Dieci anni fuori da qualsiasi impianto sportivo dove si disputi una partita di calcio e anche dai luoghi dove eventualmente fossero trasmessi in diretta su maxi schermi gli incontri delle Nazionali. E’ questo il contenuto del Daspo fimato dal questore e notificato all’ex vice presidente dell’Us Grosseto, Simone Ceri, in seguito ai fatti accaduti lo scorso 24 giugno al Centro sportivo di Roselle quando il custode dell’impianto raccontò di essere stato minacciato e aggredito (il referto dell’ospedale parla di "trauma facciale" con prognosi di 10 giorni) in seguito ad un’accesa discussione sorta fra lui, Ceri e due suoi amici, Riccardo Ciani e Marietto Moni (per i quali è stato disposto un Daspo di 8 anni).

Nella riscostruzione fatta per l’adozione dei provvedimenti, si spiega che i tre si sono presentati nel Centro sportivo e lì è nata la lite durante la quale sarebbero state pronunciate frasi minacciose nel confronti del custode che poi – ha dichiarato lui stesso alla Polizia – avrebbe ricevuto tre testate al volto. Si spiega anche che i poliziotti sarebbero tornati il giorno successivo per acquisire i filmati delle telecamere del Centro sportivo, ma "l’impianto di videosorveglianza non risultava funzionante perché manomesso", riuscendo però a recuperare comunque alcune immagini. Sulla pesante decisione nei confronti di Ceri, pesano anche i precedenti 4 Daspo già "scontati" per complessivi 8 anni. Ma la ricostruzione è contestata dall’ex vice presidente biancorosso.

"Intanto, l’ultimo Daspo risale ormai a 18 anni fa – dice Simone Ceri –. Inoltre la decisione si basa esclusivamente sulle dichiarazioni rese dall’altra parte, dimenticando che io la sera stessa dei fatti sono andato in Questura a presentare a mia volta una denuncia. Perché allora le mie parole non sono state tenute in considerazione?".

Ceri anticipa anche che non è disposto ad accettare il provvedimento senza cercare di far valere le proprie ragioni. "Attraverso un legale faremo ricorso nei confronti del Daspo. E sono convinto che chi ha presentao la denuncia sia stato spinto da persone che giravano intorno alla società".

Luca Mantiglioni