
Il gioco d’azzardo lecito nei 20 comuni della zona socio sanitaria del Coeso, preoccupa e non poco. Nonostante il calo vistoso del 2020 (l’ultimo da prendere a riferimento), dovuto forse alle chiusure dovute alla pandemia da Covid, la situazione richiede uno sforzo da parte degli enti preposti. "Leggere questi dati è sempre difficile – dice Umberto Paioletti, psicologo esperto di ludopatia – Esiste da sempre un problema legato alla speranza di vincere qualcosa. E’ soprattutto la popolazione in sofferenza che è più a rischio". Paioletti spiega meglio: "Nonostante ci sia la certezza di non vincere – aggiunge – chi ha poco o nulla spera in un colpo di fortuna che non arriverà mai. E gioca tutto quello che ha o che gli è rimasto. La maggior parte di queste persone ha una limitata disponibilità economica. E dopo aver perso tutto cadono nella disperazione più totale". Paioletti si affida alla scienza: "Questi stili di vita dovrebbero farci pensare che sarebbe meglio riflettere su alcuni stili di vita e sul nostro modo di vivere in generale. Parlo della competitività sociale, che purtroppo esiste in ogni settore da troppi anni ormai. Se ci fosse più distribuzione della ricchezza, magari anche più lavoro sicuro e retribuito, chi è più fragile eviterebbe di scommettere la sua vita su una video lottery". A giocare sono coloro infatti "che vivono una situazione di precarietà, che sperano in una vincita per svoltare nella loro vita. Senza considerare poi che subentra anche una dipendenza vera e propria, come l’alcol e la droga, perchè esiste un meccanismo che illude. Il gioco ridistribuisce una parte delle vincite ma alla fine il banco vince sempre".