REDAZIONE GROSSETO

"Laguna, rischi enormi E rimedi in grave ritardo"

Lenzi mette in guardia dai rischi: "Dobbiamo sperare nella clemenza del tempo"

Un prato di alghe affiora dalla laguna di Orbetello. Gli interventi per la gestione sono al momento tutti fermi e anche la strumentazione in dotazione di chi dovrà occuparsene, non appena la Regione lo consentirà, non sembrano all’altezza del lavoro da svolgere. Non la migliore delle situazioni, quindi.

"Come al solito, dovremo affidarci alla clemenza delle condizioni meteoclimatiche" afferma Mauro Lenzi, il biologo che ha ideato il metodo della risospensione. "Gli sviluppi delle masse macroalgali – afferma – sono, allo stato attuale, decisamente importanti, sia nel bacino di Ponente che in quello di Levante. Le stime della biomassa non sono state ancora effettuate, non essendo ancora partito il programma di interventi".

"A Ponente – prosegue l’esperto – domina un’alga verde, Chaetomorpha linum, che in molte occasioni si è mostrata molto resistente alle avversità estive, ma a Levante, oltre allo sviluppo importante di quest’ultima, si è avuto l’importante crescita, per migliaia di tonnellate, di due specie, un’alga verde, Valonia aegagropila, e di un’alga rossa, Sphaerococcus coronopifolius, che, al contrario, risultano particolarmente sensibili all’innalzamento termico e all’aggressione batterica anaerobica che si hanno nei mesi estivi. Queste specie collassano rapidamente fornendo energia ai batteri anaerobici e favorendo lo sviluppo dei gas tossici".

Una minaccia, quindi, in vista dell’aumento delle temperature. Purtroppo, i mezzi per far fronte a questa situazione sono inadeguati. "I battelli sono tre – spiega Lenzi – di cui due fatiscenti, ingombranti e soggetti a continue avarie. Quanto al pompaggio delle acque marine, continuo a sostenere che, fatto salvo la sua necessità in piena estate per creare aree di rifugio per il pesce, non consegue e non può conseguire i risultati che molti si attendono come pratica di mitigazione. L’acqua di ricambio si sceglie un suo percorso lasciando stagnante la gran parte della superficie lagunare".

Insomma, il pompaggio non può impedire ‘fenomeni anossici’. "Ma anche se fossero disponibili i mezzi per intervenire – conclude Lenzi – ormai è troppo tardi. Queste operazioni andrebbero fatte in maniera incisiva tra autunno e inverno". Questo per impedire che le alghe si formino, anziché cercare di correre ai ripari quando già infestano la laguna.

Riccardo Bruni