REDAZIONE GROSSETO

"La piana del Casone galleggia su un mare di arsenico"

Barocci (Forum Ambientalista): "Migliaia di tonnellate di veleni nelle falde: potrebbero volerci 80 anni per tornare sotto i limiti"

La pianura di Scarlino ospita il principale sito industriale della provincia di Grosseto. Periodicamente viene ipotizzato l’utilizzo di superfici nella piana tra Scarlino e Follonica senza valutare lo stato di gravissimo inquinamento del sito. "Tutta la piana è caratterizzata da una presenza, sia nei suoli che nelle falde idriche, di concentrazioni superiori alla norma per diversi metalli tossici, in particolare l’Arsenico, cancerogeno certo per l’uomo – inizia Roberto Barocci, leader del Forum Ambientalista –. L’origine di questo inquinamento è dovuta all’arrostimento delle arseno-piriti sviluppato dal 1965 al 1995 dai forni della Montecatini, poi passati alla Solmine (Eni). Negli ultimi decenni sono iniziate le bonifiche, ma solo parziali e pochi tecnici, anche se autorevoli, hanno tentato di delineare un bilancio di massa per definire la quantità di Arsenico depositato nei terreni della piana, pur essendo facilmente determinabile sia le quantità in ingresso ai forni (si conoscono quantità e concentrazioni dei metalli nei minerali provenienti dalle Colline Metallifere e fusi a Scarlino), che le quantità in uscita nelle ceneri interrate negli ex bacini Fanghi Solmine o depositate nello "stoccaggio provvisorio" e, per differenza, emesse dai camini". Secondo Barocci "stranamente l’Arpat non ha mai voluto stabilire un bilancio di massa per l’Arsenico, ma coloro che l’hanno fatto hanno quantificato quantità enormi, nell’ordine di diverse migliaia di tonnellate di Arsenico depositato o interrato, che condizioneranno per diversi decenni le comunità locali.

"Infatti – prosegue Barocci – l’ultimo studio approvato dagli enti pubblici afferma: ‘Dallo studio dei risultati della simulazione chimica si è potuto osservare che a livello puramente teorico, le concentrazioni dei principali contaminanti, potrebbero tornare sotto i livelli limite di legge in un intervallo di tempo compreso fra 42 e 79 anni". Poi Barocci chiude: "Questi numeri emergono dall’ultimo progetto unitario di bonifica delle falde, redatto nell’ottobre 2013 e approvato nel 2015. Venuto meno l’accordo tra i soggetti responsabili della bonifica (Nuova Solmine, Scarlino Energia, Venator e Comune di Scarlino) nel 2018 il Comune di Scarlino ha approvato una variazione al suddetto progetto unitario di Bonifica della falda, ripartendo tra i soggetti responsabili, gli stessi interventi previsti dal Piano unitario del 2015".