MARIA VITTORIA GAVIANO
Cronaca

La ’luce’ che illumina le notti. Quelli che vedono gli invisibili

Ogni sera un gruppo di volontari porta cibo ai clochard. E adesso anche l’assistenza sanitaria .

Li definiscono gli invisibili. Ecco, non è così, sono visibili eccome, basta vederli e sopratutto aiutarli. Metti una squadra, tanta buona volontà, persone che si impegnano per andare ad aiutare volontariamente chi ha bisogno di aiuto. C’è chi vive Grosseto la notte, ai margini, sui marciapiedi, e non mancano problemi di salute. Ecco, allora non sono così invisibili, di notte certo c’è l’oscurità ma la luce dell’anima per aiutare il prossimo non andrebbe mai spenta. E c’è chi la Grosseto notturna la conosce.

Ad esempio i tanti volontari che scelgono di dedicare un po’ del loro tempo per rendere meno dura la vita in strada. Da poco più di un anno le realtà che in città si dedicano a questo tipo di servizio – grazie all’iniziativa di Caritas – si sono messe in rete dando vita all’esperienza di "Abitare la notte". Sono quattro le realtà che hanno dato vita ad una sorta di network della solidarietà: Cisom, Associazione Isaia, Azione Cattolica, Ceis. Ogni sera un gruppo di volontari esce intorno alle 19.30, partendo da Caritas, dove nella cucina alcune volontarie preparano un pentolone con una pietanza calda, preparato da altri volontari che stanno in cucina. Aiuto che spesso e volentieri è anche una carezza, un sorriso, la vicinanza.

"Questo progetto di collaborazione all’inizio prevedeva l’incontro per la distribuzione di abiti e cibo – dice don Claudio –, poi ci siamo accorti che fra i nostri volontari c’erano professionalità sanitarie quindi abbiamo deciso di dare inizio a questo passaggio con screening di primo approccio. Abbiamo visitato circa 15 persone (solo otto erano al dormitorio, 4 alla Caritas, almeno tre alla stazione) perché d’estate gli abitanti della notte si spostano. Il nostro modo di collaborare tra associazioni si basa sulla prossimità, chi si avvicina alle persone in difficoltà senza discriminazioni e giudizio, come diceva Gesù. Noi andiamo incontro a queste persone nel loro luogo, entriamo nella marginalità. Spero che diventeremo un punto di riferimento sanitario per gli abitanti della notte".

"Quando don Claudio ci ha contattati – dice Federico Lazzerini di Cisom – abbiamo confermato il nostro supporto per dare coperte, portare cibo però grazie a questo progetto c’è una bellissima sinergia. Gli abitanti della notte potrebbero ’sparire’ nell’indifferenza del tessuto sociale invece così li riusciamo a tracciare, in modo da intervenire se hanno bisogno. Abbiamo messo poi a disposizione le nostre infermiere professionali. Piena fiducia in don Claudio, è un vero punto di riferimento".

"Siamo molto contenti quando si parla di queste iniziative sociali – spiega il governatore della Misericordia Edoardo Boggi –. Noi dobbiamo coprire dove il sistema sanitario è carente. Aiutare le persone è il nostro obiettivo, è una cosa possibile. Ci saranno altre azioni, lo portiamo avanti questo progetto, vogliamo replicare questa sera con il camper sanitario. È un ambulatorio mobile acquistato grazie ai contributi dei commercianti, mi preme ricordarlo. Se si fanno queste cose c’è un’utilità pubblica. Quando una persona fa una donazione non la fa solo per se stessa, ma anche per tutta la cittadinanza, è importante".

Alla talpa della stazione abbiamo incontrato anche un volontario, Mirko. "Ogni volta che torno a casa e so che ho fatto passare una serata migliore – dice – è come si mi fossi fatto un regalo per me. Vedere i loro sorrisi è impagabile, ti fanno sciogliere".

Troppo spesso si pensa a ritrovare se stessi per poter star meglio, invece quanto riescono a regalare queste azioni sociali, fatte con il cuore non hanno prezzo. È aiutando gli altri che si trova una grande luce.

Maria Vittoria Gaviano