La denuncia di Coldiretti "Pasta, costi alle stelle Stop alle speculazioni"

Si abbassa del 30% il prezzo del grano ma sale il prodotto (+22%): ci vogliono 2,15 euro al chilo. L’associazione: "Ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare per accordi di filiera".

La denuncia di Coldiretti  "Pasta, costi alle stelle  Stop alle speculazioni"

La denuncia di Coldiretti "Pasta, costi alle stelle Stop alle speculazioni"

Giù i prezzi del grano del 30%, su i prezzi della pasta del 22%. Le famiglie della Maremma, per acquistare un chilo di pasta, considerando il prezzo medio del mese di marzo, devono sborsare fino a 2,15 euro. Un paradosso per un territorio a forte vocazione cerealicola come la provincia di Grosseto, il più importante a livello regionale, dove si producono oltre 500 mila quintali di grano duro destinato alla produzione di pasta cha ha una spiegazione: le speculazioni. E’ quanto denuncia Coldiretti Grosseto in occasione della diffusione dei dati Istat sull’inflazione a marzo in decelerazione al 9,1% in provincia. "La pasta – sottolinea Coldiretti Grosseto – è ottenuta direttamente dalla lavorazione del grano con l’aggiunta della sola acqua è non trovano dunque alcuna giustificazione le divergenze registrate nelle quotazioni. Una anomalia di mercato sulla quale – sostiene Coldiretti Grosseto – occorre indagare anche sulla base della nuova normativa sulle pratiche sleali a tutela delle migliaia di aziende regionali che coltivano grano. I ricavi – sottolinea Coldiretti Grosseto - non coprono infatti i costi sostenuti dalle imprese agricole e mettono a rischio le semine ma anche la sovranità alimentare del Paese. Le superfici agricole coltivate a frumento duro, secondo le prime previsioni del Consorzio Agrario del Tirreno sono in crescita nel 2023 del 2%, in controtendenza rispetto al resto d’Italia dove si stima invece una flessione. Tendenza che aveva anticipato proprio la Maremma con un incremento del 4,6% delle superfici coltivate nel 2022 che hanno raggiunto i 17 mila ettari. Occorre invece – chiudono - ridurre la dipendenza dall’estero e lavorare per accordi di filiera tra imprese agricole e industriali con precisi obiettivi qualitativi e quantitativi e prezzi equi".