Insulti sulla pagina facebook della Municipale

Il comandante Alessio Pasquini, una volta ottenuta l’autorizzazione dalla Giunta comunale, ha sporto denuncia contro ignoti

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La pagina Facebook della Polizia Municipale di Grosseto presa di mira con offese. Insulti alla Polizia municipale via Facebook, e così il Comune di Grosseto ha deciso di andare per vie legali. Ingiurie sulla pagina Facebook e inviate alla e-mail del Comando della Polizia municipale di Grosseto. Offese e ingiurie, scritte da un profilo anonimo, su vari post pubblicati nelle scorse settimane, e indirizzate anche alla e-mail del Comando.

Così il Comune di Grosseto ha deciso di denunciare. "Siete veramente dei grandissimi pezzi di ......", questa la frase scritta più volte. E così la Giunta comunale ha autorizzato il comandante della Polizia municipale di Grosseto, Alessio Pasquini, a proporre una denuncia-querela nei confronti di un soggetto ignoto, responsabile del reato di diffamazione a mezzo stampa contro la polizia locale. Forse l’autore di tali frasi non riteneva che il suo comportamento portasse a sanzioni di questo tipo. Le ingiurie e le offese lanciate utilizzando i social network sono infatti equiparate al reato suddetto. In questo caso l’accaduto risale ad alcune settimane fa, quando in un profilo Facebook – apparentemente non riconducibile a una persona nota – erano state postate frasi offensive sotto ai post pubblicati nella pagina della Polizia municipale di Grosseto.

L’amministrazione ha quindi ritenuto il contenuto dei suddetti post e dalla e-mail, riconducibile a un soggetto attualmente ignoto, lesivo dell’immagine e della onorabilità dell’Amministrazione comunale e della Polizia municipale in quanto vanno ad incidere sulla considerazione di cui l’ente gode tra i cittadini e nell’opinione pubblica.

Per questo motivo il comandante della Polizia municipale, Alessio Pasquini, è stato autorizzato dalla Giunta guidata dal sindaco Vivarelli Colonna ad esporre querela nei confronti del soggetto attualmente ignoto e di chiunque altro si sia reso responsabile del reato di diffamazione a mezzo stampa.