REDAZIONE GROSSETO

Indagini della Squadra mobile. Truffa, arrestato falso finanziere

Si era fatto consegnare dei soldi per "evitare" che fossero sequestrati durante una perquisizione

Indagini della Squadra mobile. Truffa, arrestato falso finanziere

Una truffa audace, ben studiata e inizialmente andata anche a buon fine. Salvo poi prendere tutta un’altra piega per il truffatore che si visto arrivare a casa i poliziotti della Squadra mobile che lo hanno accompagnato in cella dando esecuzione alla misura cautelare della custodia cautelare in carcere.

Eppure l’uomo adesso accusato di truffa aggravata era convinto da aver messo a segno un colpo da maestro.

Le indagini della Squadra mobile, coordinate dalla Procura, nascono dalla denuncia presentata da un cittadino nello scorso mese di novembre. La vittima aveva raccontato che a casa sua si era presentato un uomo che si era qualificato come maresciallo della Guardia di finanza (ovviamente, mentendo) mostrando pure quello che era sembrato un tesserino di riconoscimento e alcuni fogli con il logo della Repubblica. Dicendo che era amico del padre della vittima, aveva spiegato che da lì a breve ci sarebbe stata una perquisizione e che lui, proprio in virtù dell’amicizia intima con il padre, si rendeva disponibile a prendere in consegna tutti i soldi in contanti che si trovavano all’interno dell’appartamento così da evitare che potessero essere trovati e magari sequestrati. La vittima, intimorita dalla notizia della perquisizione, ha consegnato quindi al truffatore un contenitore con una somma di denaro in contante, frutto di un’operazione immobiliare portata a termine dal padre una ventina di anni prima. Preso il denaro, il falso finanziere (un cittadino residente fuori dalla provincia di Grosseto) si era allontanato facendo perdere le proprie tracce.

Sulla base di questo racconto il personale della Squadra mobile ha dato il via alle attività investigative certamente non semplici, ma grazie ad un paziente lavoro di indagine e di confronto di alcuni dati i poliziotti hanno individuato una pista che li ha condotti fino ad un nome e subito dopo ad una perquisizione (questa volta, reale) nei sui confronti che ha permesso di recuperare una parte del denaro sottratto alla vittima: riscontro reso possibile da alcune caratteristiche delle banconote e dal fatto che la loro emissione risaliva appunto a circa 20 anni fa, periodo nel quale si era concretizzata l’operazione immobiliare.

Tutti elementi ritenuti sufficienti per trasformare l’uomo da sospettato in indagato e a far firmare neui suoi confronti l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.