
FASCICOLI Una parte del materiale raccolto dalla Polstrada
di Cristina Rufini
Grosseto, 7 maggio 2015 - Si sta per chiudere la parte burocratica del secondo capitolo della maxinchiesta sulla truffa alle assicurazioni «Pandora». Tra qualche giorno sarà terminata la consegna degli avvisi di chiusura indagini firmati dai pm Stefano Pizza e Marco Nassi, per il secondo filone d’inchiesta che fa capo allo studio legale Senatore. Cinquantuno persone finite nel registro degli indagati per vari reati: dalla truffa alla falsità ideologica. A tre di loro, Gaetano Mammoliti, Antonio Sentatore e Giuseppe Retali – rispettivamente procacciatore di «incidentati» e collaboratore dello Studio Senatore, avvocato e titolare dello studio legale il se condo e medico il terzo – viene contestata l’associazione per delinquere finalizzata alla truffa. Dagli inquirenti sono considerati le «menti» dell’organizzazione che ha portato a gonfiare i danni subiti negli incidenti stradali, quando addirittura a inventarli.
Con la compiacenza, secondo il castello accusatorio della procura, di medici che firmavano falsi referti, oltre Retali anche Giovanni Baldi e di avvocati che «curavano» le pratiche. In questo secondo filone oltre Senatore è indagato anche Simone Borghetti che in quello studio aveva collaborato per un periodo di tempo. Gaetano Mammoliti, che ha ricevuto l’avviso nel carcere di San Gimignano dove è detenuto per altro reato, si occupava di individuare le persone che si prestavano a dichiarare dolori e conseguenze inesistenti subite in incidenti, anche questi spesso inventati. Il tutto a danno delle compagnie di assicurazioni, sei quelle relative a questo filone d’inchiesta, che in alcuni casi hanno sborsato fino a 15mila euro per incidente, mentre in altri hanno ricevuto le richieste, ma non hanno liquidato perché «avvertiti» dalla polizia stradale che stava eseguendo le indagini iniziate nel dicembre del 2008.
Tra coloro che si sono presentati al pronto soccorso per accusare lesioni o dolori post incidenti, compaiono alcuni minori, figli di persone che sono indagate. Una maxiorganizzazione per truffare le assicurazioni che andava avanti da anni. E che avrebbe fatto lievitare anche il costo delle polizze in provincia di Grosseto. Numerose le perquisizioni a casa e sui luoghi di lavoro degli indagati. Tra di loro anche padre e figlio agenti delle Municipali di Grosseto e Scarlino: Paul e Alessio Sorgi. Nell’armadietto sul posto di lavoro del primo gli agenti della sezione di polizia giudiziaria della Stradale hanno trovato e sequestrato cinquantamila euro in contanti in pezzi da cinquanta, venti e dieci euro. Nei guai è finita anche Benedetta (Betty) Senatore, nota speaker di Radio Capital che, secondo le accuse, avrebbe reperito falsi testimoni che in realtà non aveva assistito a un incidente di cui era rimasta vittima accettando inoltre di comparire come infortunata in un incidente che mai avvenuto e con lesioni inesistenti.