Tragedia in mare, due verità a confronto. "Nessuno guidava quel motoscafo"

Porto Ercole, così raccontano i superstiti della barca a vela. Mentre i danesi dello yacht ripetono: "Noi accecati dal sole"

Il motoscafo mentre viene sequestrato (Foto Aprili)

Il motoscafo mentre viene sequestrato (Foto Aprili)

Monte Argentario (Grosseto), 26 luglio 2022 - Due versioni per una verità ancora da stabilire. Nel mezzo un morto accertato e una donna dispersa in mare. Nonostante le ricerche con tutti i mezzi, sia in mare che dall’aria grazie agli elicotteri, il corpo di Anna Claudia Cartoni, ex ginnasta romana di 60 anni, non si trova.

Rimangono però vive le speranze di trovare in vita la donna che era sulla "Vahinè", la barca a vela che stava navigando per tornare a Riva di Traiano insieme ad altre cinque persone, centrata in pieno dallo yacht con a bordo quattro persone di nazionalità danese. Il mare calmo e le altissime temperature di questi giorni lasciano qualche speranza che la donna sia sopravvissuta. Ecco perché gli uomini della Guardia Costiera hanno intensificato le ricerche proprio in queste ore. Serve invece maggior chiarezza sulla dinamica del terribile incidente.

Il motoscafo con le due coppie danesi aveva toccato nei giorni scorsi tutte le località più suggestive dell’Arcipelago Toscano, prima dell’incidente nel canale dell’Argentario a circa tre miglia da Torre Mozza e con l’isola del Giglio in lontananza.

Le sei persone di Roma avevano noleggiato la barca a vela a Riva di Traiano per un weekend sul mare tra le isole toscane. Il motoscafo, durante la navigazione a velocità sostenuta, non avrebbe visto la barca a vela che procedeva in maniera lenta, perché, come hanno detto gli occupanti della barca a motore, accecati dal sole.

Una versione che non trova corrispondenze nel racconto – per bocca del fratello Angelo – di Fernando Manzo, superstite della "Vahinè", ricoverato (oggi sarà operato) nel reparto di chirurgia dell’ospedale San Giovanni di Dio di Orbetello.

"Non c’era nessuno su quel motoscafo – ha detto – nessuna traccia umana a bordo, né qualcuno che all’ultimo abbia fatto il tentativo di evitarci" ha ripetuto. Angelo non è grave, ha una spalla lussata e una gamba dolorante. Martedì sarà operato. "Fernando era al timone e ha avuto fortuna – aggiunge il fratello – ma mia cognata non si trova, vogliamo capire tante cose di questo incidente, se quel motoscafo poteva andare a quella velocità e se era stato noleggiato. Bisogna capire ancora molte cose".

Nella collisione ha perso la vita Andrea Giorgio Coen, 59 anni, gallerista di Biella che si era trasferito a Roma, il corpo è stato trovato dai sommozzatori incastrato tra le eliche del motoscafo. La Procura di Grosseto ha disposto una perizia tecnica che dovrà stabilire sia la traiettoria del motoscafo durante la navigazione, che la sua velocità. Il sostituto procuratore Valeria Lazzarini ha intanto iscritto nel registro degli indagati Per Horup, 58 anni, imprenditore e comandante danese che era sul motoscafo insieme ad altre tre connazionali. Insieme a lui c’erano Tine Lehmann, titolare di una clinica estetica, il figlio che ha 26 anni Mikkel Horup e la sua fidanzata Anna Maria Durr. I reati che vengono contestati al 58enne sono omicidio colposo e naufragio.