
Al Teatro Fonderia Leopolda di Follonica, stasera arriva ‘Il teatro comico’ di Carlo Goldoni. A portarlo in scena, con la regia di Eugenio Allegri, è Giulio Scarpati, nelle vesti di un capocomico d’eccezione, attraverso il quale è lo stesso Goldoni che parla, in un gioco di ‘teatro nel teatro’ che ha fatto dell’autore uno dei padri della commedia moderna.
"L’opera mette in scena le prove di una farsa – spiega Scarpati – una giornata di lavoro di una compagnia teatrale, con tutto quello che le ruota attorno. Uno spettacolo di grande modernità, perché racconta gli equivoci, le dinamiche interne di una compagnia che diviene un microcosmo riconoscibile, come fosse un pezzo di umanità. C’è la comicità, la commedia, la riflessione sul teatro, sul suo senso e il suo significato, e in questo momento rappresenta anche una liberazione. Perché lo spettacolo dal vivo è impagabile e, dopo tanto lockdown, c’è una grande voglia di tornare a vederlo. E lo dimostra il fatto che abbiamo fatto il tutto esaurito ogni sera, anche durante le settimane di Sanremo".
La risposta del pubblico, insomma, non si è fatta attendere. Il teatro, del resto, rivendica una funzione sociale unica, che si traduce in partecipazione, applausi, riflessioni e anche risate. Tutto dal vivo, unico e irripetibile. Senz’altro anche il teatro, come tutto il settore dello spettacolo, ha sofferto in modo particolare la pandemia e le conseguenti chiusure, ma adesso sembra attraversato da una nuova energia, a differenza del cinema, per esempio, con le sale ancora mezze vuote.
"La crisi delle sale cinematografiche è più antica della pandemia – afferma Scarpati – e sicuramente la possibilità di vedere il film in sicurezza, a casa, ha reso anche più pigri gli spettatori. È vero che l’esperienza del cinema è diversa, ti avvolge, ma credo che ormai le sale debbano unire alla loro proposta qualcosa dal vivo, che renda l’esperienza non riproducibile in video. Perché c’è un gran bisogno di tornare anche al cinema, di riprendere ad avere contatti umani".
Appuntamento alle 21.15, quindi, per alzare il sipario sul nuovo spettacolo proposto al pubblico follonichese.
Una commedia che è al tempo stesso un classico e un’opera di estrema modernità, che ha aperto una dimensione in più sulla scena, in cui il teatro parla del teatro, ma lo fa con la semplicità e l’ironia che è propria dei grandi autori.
Riccardo Bruni