Il bullismo in Maremma: "Casi sempre più frequenti anche nelle scuole: segnalateli"

Il messaggio lanciato al Polo universitario: "Il timore della denuncia deve sparire. E’ un atto di garanzia per tutti: per chi si fa avanti, per il testimone e per l’autore".

Il bullismo in Maremma: "Casi sempre più frequenti  anche nelle scuole: segnalateli"

Il bullismo in Maremma: "Casi sempre più frequenti anche nelle scuole: segnalateli"

‘Resisti, che forse domani si dimenticano’ o ‘dai, in fondo era solo una battuta, vedrai che smetteranno’. Risate, spesso tutti radunati mentre ti guardano e stanno ridendo proprio di te. E poi metti anche un spinta, quella cosa che non trovi più, quella battuta su una tua caratteristica, che dovrebbe essere unicità e non derisione. E poi, si potrebbero elencare altri centinaia di esempi di un fenomeno che ormai è radicato nella società ma che spesso viene arginato, sottovalutato, e sopportato da chi lo subisce. Il bullismo è in forte aumento, anche a Grosseto. Metaforicamente è come l’arrivo di una nuvola nera in una bella giornata di primavera, abbuia tutto ciò che c’è intorno, anche te. Ma domani sarà meglio no? È un po’ sempre quel pensiero che pervade chi ne è vittima. I luoghi nel mirino sono le scuole.La tecnologia, ha portato tanta innovazione ma anche il cyberbullismo. Se prima si poteva nascondere l’evento, ora con il cyberbullismo diventa di dominio pubblico. Quindi quali sono le procedure da mettere in atto? Come si devono comportare i docenti? Una tavola rotonda al Polo universitario grossetano ha buttato le fondamenta per sdoganare questo fenomeno. "Se – esorta la dirigente scolastica del Bianciardi, Barbara Rosini – i docenti notano un campanello d’allarme durante le lezioni, che interrompano tutto e parlino di ciò che sta accadendo". "Questo progetto territoriale – dice Barbara Bugelli pedagogista del Coeso – è nato da una richiesta della regione che voleva creare un numero verde per la presa in carico dei casi di bullismo e cyberbullismo. Non è partito, ma abbiamo creato un canale dedicato [email protected] ,insieme a istituzioni,autorità e sanitario. Questo fenomeno non si può risolvere con risposte semplici date da un solo operatore".

"Il bullismo – spiega Matteo Orefice, tenente colonnello del Comando provinciale dei Carabinieri – è una dinamica sociale, non un reato. Al momento nella normativa italiana non esiste la definizione di bullismo. Ma attenzione a non confondere ambiti e dinamiche. Bisogna tener conto l’intenzionalità, ripetizione e reciprocità del comportamento. Se una persona non conosce non sarà mai sensibile a quell’argomento. Il timore della denuncia deve sparire, è un atto di garanzia per tutti, per chi segnala, per chi è testimone e chi è autore. Se lo strumento non viene attivato non deve essere criticato".

"Sono fenomeni –spiega Margherita Procopio, vicedirigente Divisione Anticrimine Questura di Grosseto – di allarme sociale preoccupante. Ricordatevi che da Internet non si cancella nulla, si può oscurare solo il file. La scuola deve informare le famiglie di ciò che succede. Tramite una segnalazione si può arrivare all’ammonimento del questore, e può durare fino alla maggiore età. Se soprassediamo, significa dare consenso. Quindi professori isolate la vittima, informate il dirigente e raccogliete e annotate ciò che è successo, ma senza far domande sennò inquinate le indagini. E segnalate".

"Non su tutti – dice Gian Paolo Sammarco Psicologo Ufsmia dell’Asl – l’atto di bullismo non ha la stessa valenza per tutti. Per chi ha una fragilità di base è come una coltellata. Facciamo in modo che l’atto di violenza sia denunciatoe e non rimanga nei corridoi scolastici". E poi la parola a chi li vive quei corridoi. "I bulli – afferma Leonardo Di Tonno – sono ovunque. Bisogna insegnare a non rispondere alla violenza con altra violenza. Non è sempre lo scappellotto ma anche violenza psicologica. Vorremmo essere ascoltati di più. Io sono stato vittima di bullismo, fino all’anno scorso. Dobbiamo sensibilizzare, ed essere aperti al dialogo". nsomma dal convegno è emersa la necessità di segnalare casi di bullismo, per provare a spostare questa nuvola nera con un soffio forte, tutti insieme.

Maria Vittoria Gaviano