
Follonica pare non piacere più ai grandi brand della moda che hanno iniziato ad abbandonare i negozi di Follonica perché la città non dà prestigio. E’ quello che un commerciante follonichese si sente dire ormai da qualche anno. Laris Manganelli, 46 anni, è uno dei soci del Marine Sport, storico marchio con quattro negozi in città. "Sono ormai diversi anni – spiega Manganelli - che aziende di maggior prestigio non vogliono più stare a Follonica perché considerano la piazza non più rappresentativa. Nonostante i prodotti si vendessero la linea adulto di Moncler ha ritirato il marchio. E lo stesso hanno fatto Prada e Stone Island". È un meccanismo che agli occhi di chi non è addetto ai lavori appare strano. Ma ha una sua logica. Dagli anni Settanta fino ai Novanta Follonica ha richiamato grandi brand. Poi la crisi e la chiusura di negozi come Rossana Mode, la pelletteria Paoli e Capolupi, hanno modificato il panorama. "Non sono più quei tempi – dice Manganelli – Follonica oggi ha un tipo di turismo e una minore capacità di spesa. Per i brand qui non c’è un bacino di utenza adeguato". Insomma Follonica non ha più appeal per il mondo della moda. "È l’immagine di Follonica che non va – aggiunge – Un brand di lusso vuole una location di lusso. Per i brand è importante il contesto in cui vanno ad inserirsi, vogliono una vetrina adeguata e Follonica non risponde ai requisiti". Una situazione che rischia di impoverire l’immagine della città. La questione era saltata fuori lunedì scorso durante i lavori della prima commissione sulla tassa di soggiorno. Sembrava una boutade quella pronunciata dal consigliere Massimo Di Giacinto. "Sull’attrattività di cui parla Ricciuti ho qualche dubbio. L’assessore ha fatto un quadro idilliaco di Follonica ma la città non è così come la descrive" aveva detto l’esponente di centrodestra. E la conferma arriva puntuale.
"I grandi marchi se ne sono già andati da Follonica – prosegue – e anche quelli medi stentano a rimanere. Ogni volta che inizio a fare le collezioni temo di ricevere un rifiuto dai brand con i quali lavoro". "Non siamo la perla che pensavamo di essere – stigmatizza -. Bisogna smettere di pensarlo se vogliamo crescere. Dobbiamo guardare a ciò che si può migliorare. Dobbiamo essere critici, non ci possiamo accontentare". Manganelli si riferisce a chi pensa di vivere nel posto più bello del mondo. "Le aziende sono un termometro della situazione. I nostri amministratori devono capirlo. Siamo al ribasso, la qualità del nostro turismo è bassa e la zona sta perdendo attrattività". Ma Laris un appello vorrebbe lanciarlo. "All’amministrazione voglio dire di non guardare i pregi ma i difetti. Se non siamo critici perdiamo prestigio. Il marketing del territorio devono farlo gli amministratori pubblici e mettere in condizioni il privato di investire". "Serve lungimiranza – incalza –. L’aiuto che deve venire dalla politica è far crescere Follonica rappresentandola adeguatamente sui social, rendendola più pulita e con un adeguato decoro e arredi belli, agevolando le ristrutturazioni e le aziende che vogliono investire, mettendo in campo eventi culturali di un certo tipo. Serve un buon investimento sulla comunicazione. Solo con un contesto valorizzato si aiuta l’economia".
Angela D’Errico