REDAZIONE GROSSETO

Festival San Rocco. Un "Cattivo" va in scena

Tommaso Banfi affronta il tema dell’ergastolo con uno spettacolo tratto dal romanzo di Maurizio Torchio. La regia è di Giuliana Musso.

GROSSETO

Nuovo appuntamento oggi alle 21.30 con il "San Rocco Festival" a Marina di Grosseto. Sul palco del Forte stasera andrà in scena "Cattivo", spettacolo teatrale con Tommaso Banfi, per la regia di Giuliana Musso.

Lo spettacolo, tratto dal romanzo "Cattivi" di Maurizio Torchio, affronta il tema della più pesante pena detentiva, l’ergastolo, mettendo in luce la dimensione più profondamente umana dell’individuo ’dimenticato’ nella cella di isolamento di un carcere. "In scena – spiegano gli organizzatori – Tommaso Banfi riesce con forza e profondità a narrare la vita prima del crimine, e l’istante che segna l’esistenza tutta e la vita dopo. Nella scrittura tesa e sospesa, nel raccontarsi l’interprete esprime con estrema crudità i sentimenti dell’individuo che mantiene viva la dimensione della speranza anche in una situazione estrema. Banfi riesce, con la sua recitazione scarna e toccante, a raccontare tratti molto umani quali il desiderio, che malgrado tutto risiede nella profondità dell’animo umano, al di là di ogni ragionevole giudizio".

L’incontro di Tommaso Banfi con Giuliana Musso avviene ai tempi della loro formazione artistica alla Scuola d’arte drammatica Paolo Grassi di Milano e con questo spettacolo si concretizza in una felice collaborazione professionale, nata dalla lettura del romanzo di Maurizio Torchio, che ha folgorato entrambi. Una storia perfetta per quel "teatro della compassione" che è il naturale sviluppo del teatro d’indagine che la Musso ha proposto in questi ultimi vent’anni con le sue scritture: un teatro sia politico che poetico, che cerca il tratto universale nella testimonianza soggettiva, che insegue la poesia delle parole incarnate nell’esperienza.

"Cattivo", attraverso la voce tremolante del protagonista, un uomo totalmente isolato dal resto del mondo e destinato al "fine pena mai", ci racconta il profondo desiderio di vivere ancora e ci ricorda che i nostri bisogni primari sono sempre essenziali e semplici, e sempre legati alla relazionalità, alla dimensione sociale. "Anche noi, nel nostro vivere quotidiano – dicono ancora gli organizzatori – abbiamo recentemente sperimentato la radicalità di questi bisogni primari: durante l’isolamento dovuto alla pandemia, e non a caso lo spettacolo è nato proprio durante il primo lungo lockdown del 2020".

Per informazioni e prenotazioni 388-5850722.