REDAZIONE GROSSETO

’Festival delle rose’, volti e miti nel catalogo di Pieri e Sgherri

Per la prima volta nella storia il ’Festival delle rose’, la kermesse musicale che dal 1964 al 1967 ha rappresentato il palcoscenico sul quale si sono poi affermati cantanti di successo quali Gianni Morandi, Al Bano e Orietta Berti, viene raccontato in un libro scritto da Federico Pieri e Daniele Sgherri (nella foto), con prefazione di Carmelo Pagano. Il titolo è semplicemente ’Festival delle Rose’, in pubblicazione con la collana ’I cataloghi di Musica in mostra’.

Il volume si caratterizza per completezza e accuratezza dei contenuti: secondo la consuetudine dei cataloghi di Musica in Mostra, i due ricercatori musicali hanno ricostruito la discografia completa del festival attraverso copertine e label dei 45 giri di tutte le canzoni in gara, a partire dai vincitori di ogni singola edizione. Un libro che si presenta come un catalogo per gli addetti ai lavori ma che nondimeno è ricco di fascinazioni per gli appassionati proprio grazie alle tante pagine a colori attraverso le quali il lettore potrà ritrovare nomi e visi di primo piano nella musica italiana ed internazionale. Ad arricchire il catalogo i testi che introducono, spiegandone le particolarità, le quattro edizioni del festival inquadrate in una cornice musicale più ampia. Completa l’opera la prefazione di Carmelo Pagano, che nel 1966 vince il festival lasciandosi alle spalle nomi come Lucio Dalla, i Ribelli, Jimmy Fontana e lo stesso Gianni Morandi che quell’anno presentava ’C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones’.

Il Festival delle Rose rappresenta un unicum all’interno del panorama delle manifestazioni canore italiane: diverse le particolarità che gli valgono questo titolo, in primis il suo imporsi come kermesse rivolta ai giovani e così aperta a nuovi stili, più d’avanguardia. Molte le canzoni beat in gara, molte anche quelle di cantautori spesso contestatori di realtà politico-sociali che quindi difficilmente potevano avere spazio in manifestazioni più tradizionali come Sanremo o l’allora seguitissimo Festival di Napoli. A questo proposito basti ricordare la presenza (una delle poche in competizioni di questo tipo) dei Pooh che, nel 1966 si presentano all’Hotel Cavalieri Hilton di Roma, sede della manifestazione, con la canzone “Le campane del silenzio (Brennero 66)”, che affronta il tema degli attentati compiuti in quel periodo in Alto Adige. Il festival, fortemente voluto dall’etichetta discografica RCA, andava inoltre a riempire un periodo tradizionalmente spento per il settore svolgendosi in ottobre (dopo quindi i tormentoni estivi lanciati da “Un disco per l’estate” e prima di quelli natalizi).