
Che gli alpaca siano "esseri speciali" è ormai una certezza. Un animale in cui la dimensione della cura e del dono si esprime a 360 gradi. All’allevamento Albus Alpacas di Sasso D’Ombrone, nel cuore della Maremma, anche di più. Un percorso che dalla produzione della fibra (di ottima qualità) è approdato sin da subito all’alpaca terapia al servizio dei più fragili, passando per l’alpaca trekking e le passeggiate slow accompagnati dai docili ed empatici animali. Ulteriore tassello di questo piccolo mondo fatto di amore e dedizione è, adesso, un innovativo prodotto appena lanciato sul mercato. Un’altra sfida per Cecilia Scheggi, 29 anni, coraggiosa imprenditrice agricola che ha aperto le porte del suo allevamento nel 2020. Una sognatrice con i piedi per terra e la voglia di sperimentare. Il nuovissimo progetto, di fatto, completa la filiera dell’allevamento: è stato battezzato "Alpacafert" ed è un fertilizzante completamente green e made in Italy, il primo fertilizzante ammendante di alpaca vendibile in Italia, regolarmente registrato al Ministero Agricoltura e Sovranità Alimentare. Deriva esclusivamente dal letame degli alpaca che vivono nell’allevamento ai piedi del Monte Amiata nutrendosi di fieno locale ed erbetta dei pascoli. Non c’è alcuna aggiunta di prodotti chimici, un risultato ottenuto non solo andando a recuperare una pratica in realtà antichissima (i primi ad utilizzare le deiezioni degli alpaca per fertilizzare i terreni furono addirittura gli Inca) ma attraverso 20 mesi di studio e test. Si tratta dunque di un fertilizzante e come tale migliora le proprietà fisiche, chimiche e biologiche del suolo per renderlo più adatto alla coltivazione. E’ anche un elemento altamente innovativo: la produzione è costante, indipendentemente dalle stagioni e dal meteo.
Soprattutto è inodore, dunque, ideale anche per uffici, luoghi pubblici e case. Venti mesi "durante i quali – precisa Cecilia Scheggi – non è stata applicata alcuna variazione allo stile di vita dei nostri alpaca. Siamo noi che ci adeguiamo a loro e non il contrario. E così sarà anche per tutto quello che faremo in futuro. Siamo infatti orgogliosi di contribuire alla sostenibilità ambientale, fornendo al contempo un prodotto di alta qualità". L’idea di Alpacafert è diventata realtà grazie alla presenza, nello staff, di un agronomo e di un microbiologo con a disposizione due laboratori di analisi. Un ruolo fondamentale nella creazione di Alpacafert (processo che, tra l’altro, rappresenta una risposta al quotidiano problema dello smaltimento a norma di legge delle deiezioni solide presente negli allevamenti) lo ha avuto il mondo accademico grazie alla collaborazione del professor Roberto Cardelli e dottor Michelangelo Becagli del dipartimento di scienze agrarie, alimentari e agro-ambientali dell’università di Pisa.