REDAZIONE GROSSETO

Ferretti e la Maremma che ci ha raccontato

Ieri sarebbe stato il compleanno dello studioso che si è dedicato alla raccolta delle tradizioni locali. L’Archivio che esiste, è merito suo

Ha trascorso gran parte della sua vita a studiare, interpretare e a raccontare la Maremma e le sue tradizioni popolari.

Ieri sarebbe stato il compleanno di Roberto Ferretti, nato nel 1948, antropologo e studioso di folklore scomparso all’età di 36 anni in un incidente stradale e che però rimane l’emblema della ricerca e conservazione delle tradizioni popolari maremmane.

Sul solco di altri importanti studiosi maremmani, anche Ferretti ha intrapreso un lungo percorso di studio per valorizzare il patrimonio culturale e popolare della Maremma. Una terra, la Maremma appunto, che per Ferretti ha rappresentato materia di studio e approfondimento; quel mondo rurale degli anni ’60 e ’70 che rischiava di scomparire lui lo ha immortalato, lo ha fermato e oggi è giunto fino a noi. Appunti, disegni, diapositive, memorie e tanto materiale frutto di minuziose ricerche, oggi sono la vera ricchezza delle tre sale espositive della Collezione Etnografica Roberto Ferretti, attualmente ospitata nel complesso del Polo Culturale Le Carisse di Grosseto.

A custodire questo spazio e a renderlo ancora fertile di attività culturali è l’associazione culturale "Archivio delle Tradizioni popolari della Maremma".

"Questo spazio è luogo di studio e di ricerca – commenta Paolo Nardini, presidente dell’Associazione culturale – fin quando è stato possibile abbiamo ospitato scuole e studenti universitari. Di recente questo spazio ha permesso di scrivere anche due tesi di laurea".

Il lavoro di Ferretti è oggi importante perchè decodifica non solo la Maremma ma le intere comunità di Provincia.

"Lui ha avuto il merito di portare alla luce elementi della tradizione popolare all’epoca sconosciuti – ricorda Nardini – e lo ha fatto negli anni ’70, quando gli intellettuali chiamiamoli ufficiali, non si occupavano di Maremma".

Oggi la collezione Ferretti è una raccolta di importanti elementi che documentano la Maremma del passato ma l’antropologo grossetano aveva in mente un museo di grande importanza e proprio ad Alberese ne aveva individuato il luogo ideale.

"La narrazione orale per Ferretti ha svolto un ruolo importantissimo – prosegue Nardini –. Di notevole importanza i suoi studi sulla fiabistica, nel cui ambito la novità introdotta da Ferretti è stata quella di accedere ad un’ampia gamma di materiali di tradizione orale, dalle vere e proprie leggende, alle narrazioni sul vissuto, agli aneddoti, andando oltre l’analisi dei testi scritti, ciò gli ha permesso di decodificare il profilo delle singole comunità maremmane".

Oggi lo spazio culturale dedicato a Ferretti è un richiamo per ricercatori, studiosi, un luogo dove si parla e si studiano le comunità.

Nicola Ciuffoletti