Commercialista arrestato, sotto la lente un suo viaggio con due carabinieri in Kosovo

Il caso Evans Capuano, arrestato con un'altra persona accusato di fiancheggiarlo. Accuse di diversi reati con l'aggravante del metodo mafioso

Dda (foto d'archivio)

Dda (foto d'archivio)

Grosseto, 13 ottobre 2017 - Estorsioni, violenze, minacce, pestaggi, auto incendiate, aziende spogliate, un cancelliere di tribunale indagato: ma insieme a tutto questo c'è anche un viaggio in Kosovo nell'inchiesta della Dda di Firenze e della procura di Grosseto per cui sono stati arrestati ieri, per più reati con l'aggravante del metodo mafioso, il commercialista Evans Capuano, 57 anni, e Angelo Murè, 47.

Nel paese balcanico 'accompagnaronò Capuano due carabinieri. I due militari sono stati identificati e interrogati. La loro posizione è al vaglio dell'inchiesta. Per conto di Capuano, annotano gli inquirenti, avrebbero riportato in Italia somme di denaro di 20.000 euro ciascuno e sarebbero stati retribuiti con 200 euro al giorno. L'autista del commercialista, intercettato, dice: «Mi sono meravigliato di questi carabinieri che ci sono cascati in questo troiaio».

Gli investigatori della Dda hanno dedicato un intero capitolo delle indagini alla trasferta in Kosovo di Evans Capuano che ci andò con due carabinieri in organico alla compagnia di Massa Marittima ( Grosseto). Un viaggio d'affari che ha stimolato l'attenzione degli investigatori e che viene commentato così dal giudice delle indagini preliminari nella sua ordinanza: «Una vicenda davvero paradossale», scrive il gip, al punto che persino la persona che «in sostanza lavorava per Capuano come autista-guardia del corpo personale in una conversazione intercettata il 18 febbraio 2014 appariva perplesso».

Nel parlare del viaggio in Kosovo l'autista-guardia del corpo del commercialista diceva a una sua interlocutrice: «Lui ora ha portato i carabinieri a fare la sceneggiata, ha contattato l'ambasciata, a quegli altri, ai kosovari inventerà la storia che lui gli mette un pò di paura, che lui ha contattato i carabinieri... però io mi sono meravigliato un pochino di questi carabinieri che ci sono andati e sono cascati in questo troiaio», «loro hanno da perdere loro sono militari».

Il gip commenta anche che «Capuano ha anche una capacità di penetrare in qualche modo gli ambiti istituzionali, strumentalizzando per i suoi fini persone che dovrebbero invece essere tenute al segreto di ufficio ed alla imparzialità nell'esercizio delle funzioni loro proprie».

In tutto finora l'inchiesta annovera meno di una decina di indagati ma il raggio d'azione degli inquirenti potrebbe allargarsi molto nei prossimi tempi. Oggi, passata la giornata degli arresti, ci sono stati alcuni interrogatori di testimoni che gli inquirenti avevano deciso di non coinvolgere per non allarmare il contesto di paura, omertà e vessazioni in cui Capuano e i suoi complici agivano da anni a Follonica e nel Grossetano. I loro racconti potrebbero dare sviluppi importanti. E uno degli ambienti, che oltre le singole attività professionali, sembra emergere dalle prime rivelazioni delle indagini, è quello sportivo: Capuano ha dei trascorsi, recenti, come pilota di rally e tra i nomi delle persone a cui, per ritorsioni basate su motivi diversi, aveva fatto incendiare le auto ci sono piloti e organizzatori di gare automobilistiche.