
Duna dell’ex-Tonys "Ottima e rapida l’attività di rafforzamento"
Alla fine di agosto la spiaggia di Follonica ha subìto una forte mareggiata. Uno dei punti più danneggiati è stata la spiaggia libera di Pratoranieri all’ex-Tonys. "Negli scorsi anni in quell’area era stata costruita una nuova barriera in legno a protezione della duna – inizia Enrico Calossi, consigliere Comunale del gruppo ‘Follonica a Sinistra per Andrea Benini sindaco’ –. Le onde la hanno oltrepassata e hanno portato via molta sabbia. Già giovedì scorso c’erano degli operai al lavoro per riportare sulla duna il materiale spiaggiato. Solo sei giorni dopo la mareggiata, la duna era stata ripristinata. Se non è stato un record di velocità, poco ci manca".
Calossi prosegue: "Questo è il frutto del fatto che, negli ultimi tre anni, la filosofia dell’amministrazione comunale per utilizzare il materiale spiaggiato si è notevolmente affinata – ha proseguito –. In base alle regole dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (Ispra) il materiale biologico spiaggiato può essere gestito in quattro modi: lasciare il materiale dove si trova, interrarlo in loco, riutilizzarlo per rafforzare le dune, conferirlo in discarica come rifiuto speciale. Il primo metodo è il migliore e il più naturale, però è difficilmente applicabile durante la stagione turistica estiva per motivi economici; la quarta soluzione (il conferimento in discarica) è la più sciocca e anti-ambientale. Per questo negli ultimi anni l’amministrazione ha scelto di utilizzare il materiale per rafforzare le dune". Ciò che risulta, a prima vista, può sembrare un lavoro "non bello e anche con forte odore – aggiunge Calossi – In realtà l’odore dura pochi giorni. Oggi il ripascimento si è fatto in una zona già erbosa: alcune piantine emergeranno dal materiale spiaggiato, mentre molti semi sono già presenti e germoglieranno.
Enrico Calossi è certo che in pochi mesi la duna tornerà ad essere verde. "Avrà quelle piante – dice – che, con le loro radici, rendono più forte la tenuta della duna stessa. Sappiamo che questi interventi rischiano, in un lungo periodo, di essere palliativi, insieme alle scogliere soffolte. Entro la fine del secolo il livello del mare, infatti crescerà molto. I cittadini se ne accorgeranno per un aumento dei danni derivanti dalle mareggiate – chiude –. In questo arco di tempo la nostra e le generazioni successive dovranno, su un piano globale, mitigare l’emissione dei gas clima-alteranti".