Se facciamo un giro della nostra provincia, di questi tempi solo virtuale, scopriamo che da oltre 400 anni nel cuore di Castel del Piano, in piazza della Colonna, c’è uno dei palazzi più rappresentativi dell’architettura rinascimentale dell’Amiata. A volerlo fu Domenico Nerucci. Nato a Castel del Piano nel 1529, Nerucci è una personalità di spicco della cultura locale dell’epoca. Di origini nobili, diventa giureconsulto a Siena, dove serve il finanziere Agostino Chigi, che lo introduce nell’alta gerarchia ecclesiastica. Papa Gregorio XIII lo nomina camerlengo di Santa Romana Chiesa, con Sisto V diventa giudice di corte d’appello e mantiene ruoli di primo piano anche con Clemente VIII e Paolo V, finché diventa auditore fiscale sotto Papa Gregorio XV. Scomparso nel 1623, di lui resta il palazzo omonimo, che nel tempo è residenza dei capitani di giustizia e poi sede comunale, fino a quando, nel secolo scorso, il Comune si trasferisce nel palazzo Ginanneschi. Oggi Palazzo Nerucci, con la sua bella loggia, ha funzioni polivalenti: è sede delle tradizioni popolari, del centro studi Ildebrando Imberciadori, della scuola di musica e naturalmente è un ricco museo, con opere di artisti come Francesco Nasini, Rosalba Carriera e la pinacoteca Edo Cei, che si spera di poter tornare ad ammirare presto di persona.
Rossano Marzocchi