Post-Concordia, il Giglio è "pulito"

L’Osservatorio premia il recupero ambientale. Sargentini: "Tre fasi di ripristino. Siamo quasi alla normalità"

L'Isola del Giglio, dove dieci anni fa naufragò la Concordia (Afp)

L'Isola del Giglio, dove dieci anni fa naufragò la Concordia (Afp)

Isola del Giglio (Grosseto), 15 gennaio 2022 - Il progetto di rimozione del relitto Concordia ha sempre avuto come priorità la protezione dell’ambiente dell’Isola del Giglio. Un impegno che non si è fermato quando il relitto è stato portato via dall’isola, ma che è continuato anche successivamente, con la pulizia e il ripristino dei fondali impattati dal naufragio.

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Al fine di monitorare il corretto svolgimento dei lavori è stato nominato un Osservatorio, presieduto da Maria Sargentini. "Il lavoro è quasi concluso – ha detto –. Dobbiamo far tornare la zona dove la Concordia è rimasta adagiata per quasi tre anni, il paradiso che era prima". Le attività si sono infatti svolte in tre fasi: "Da giugno ad agosto 2012 è stato fatto un censimento – ha aggiunto Sargentini – con l’obiettivo di acquisire informazioni sull’area in cui si trovava il relitto, raccogliendo elementi conoscitivi utili alle scelte progettuali e per la valutazione dei possibili impatti provocati dai lavori, identificando quindi gli interventi ottimali per poterli ridurre".

Poi siamo passati all’analisi e al monitoraggio: "Dall’inizio dei lavori sono stati condotti campionamenti delle diverse componenti fisico, chimiche e biologiche marine – ha aggiunto il presidente dell’Osservatorio –. Oggetto di analisi sono state le masse d’acqua, con rilievi sulle correnti, la torbidità dell’acqua e la sedimentazione. Tali indicazioni hanno consentito di tenere sotto controllo gli effetti ambientali di tutte le attività di cantiere, garantendo l’attivazione, qualora necessario, delle misure di intervento previste. Al fine di salvaguardare i mammiferi marini, sono stati anche effettuati monitoraggi acustici".

Poi il ripristino dell’ecosistema marino: "Questa fase – ha concluso – sarà quella che porterà a tutte le attività necessarie al ripristino dei fondali in modo da riportarli alle condizioni presenti precedentemente al naufragio. Dopo la partenza del relitto a luglio 2014, sono state avviate le operazioni per la pulizia dei fondali marini e il recupero di tutti i materiali e le strutture utilizzati durante il progetto di rimozione del relitto, come le piattaforme e i sacchi che costituivano il "falso fondale" su cui poggiava la nave dopo il suo raddrizzamento. Operazioni che si sono concluse con successo nel 2018".