Centrale geotermica sull’Amiata. Aziende chiedono un’udienza al Tar

L’istanza delle realtà locali per impugnare nuovi eventuali atti finalizzati alla realizzazione dell’impianto

Una protesta

Una protesta

Amiata, 10 gennaio 2023 - Le comunità della Val d’Orcia inferiore lottano a denti stretti contro un progetto pilota di centrale geotermica che potrebbe sorgere ai piedi del Monte Amiata e che dopo due anni di silenzio è tornato a far paura. Se ne parla ormai dal 2014, negli anni il progetto Montenero d’Orcia, che prevede la realizzazione di una centrale geotermica pilota a ciclo binario da 5 MW, ha vissuto diverse fasi e in tutto questo periodo non è mai cambiato lo spirito con cui comitati, cittadini e molte aziende vitivinicole e dell’agroalimentare hanno cercato di opporsi. Su questo fronte il 2023 si apre in continuità con quanto fatto in precedenza tanto che le aziende che hanno presentato, per il tramite dell’avvocato Michele Greco, ricorso al Tar per la Toscana contro questo progetto pilota, hanno depositato istanza per la fissazione di udienza.

Questo a dimostrazione che i ricorrenti sono pronti a impugnare i nuovi eventuali atti che potrebbero portare a compimento il procedimento di realizzazione della centrale. Anche alla luce delle novità che sono emerse negli ultimi giorni riportate da La Nazione, sulla volontà della Presidenza del Consiglio dei Ministri di riavviare il procedimento riguardante il progetto geotermico pilota Montenero, il ricorso presentato dalle aziende, (tra le quali sono presenti alcuni tra i più importanti produttori di Brunello di Montalcino e Montecucco, oltre a produttori di olio dell’agroalimentare) assume una valenza ancora più importante. In questo ricorso sono state avanzate una lunga serie di contestazioni sulle criticità agro-ambientali, sanitarie, naturalistiche e paesaggistiche dell’opera che ora dovranno essere valutate dal Tar. Si tratta di un ricorso nato diversi anni fa ed è tutt’oggi di grande portata. Si ricorda infatti che è stato presentato anche da Italia Nostra nazionale e sostenuto con un intervento ad adiuvandum proposto, sempre per il tramite dell’avvocato Michele Greco, dai Consorzi di tutela del Brunello di Montalcino e del Montecucco. Ciò testimonia lo straordinario valore agro-ambientale dell’areale nel quale si vorrebbe collocare un impianto portatore di impatti insostenibili per il territorio. Numerosi studi e documenti negli anni hanno attestano diverse criticità, come quella di indurre terremoti, con inevitabile preoccupazione degli abitanti dei paesi situati in questa area, tra la Maremma e l’Amiata. Anche alla Regione Toscana, infine, viene chiesto di non abbassare l’attenzione e di far valere le istanze di tutela invocate dalle aziende.