
Stop ai cellulari a scuola. Il nuovo ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara ha lanciato una sorta di nuova Crociata questa volta contro l’uso degli smartphone in aula. "Via i cellulari dalle classi durante le ore di lezione" è la proposta lanciata da Valditara, con il ministro che ha giustificato questa nuova battaglia sulla scuola con la necessità di diminuire le distrazioni in aula da parte degli studenti. Nei giorni scorsi il ministro Valditara ha fatto discutere per la proposta di togliere il reddito di cittadinanza ai giovani percettori che non completano l’obbligo scolastico, oltre che per l’idea dei lavori socialmente utili "per gli alunni che non hanno capacità di rispettare le regole". Adesso invece l’obiettivo per quanto riguarda la scuola sarebbe quello di vietare l’uso dei cellulari in classe durante le ore di lezione, anche se a dire il vero questo divieto già è previsto da una direttiva ministeriale del 2007. "Togliere i cellulari a scuola non è per noi una novità - spiega il dirigente scolastico del Polo Tecnologico Manetti Porciatti, Claudio Simoni - Prima che l’anno scolastico prendesse il via abbiamo inserito nel regolamento d’Istituto una serie di disposizioni che vietavano l’uso del cellulare in classe. In particolare si è previsto che gli studenti, una volta entrati in classe o nei laboratori, riponessero il loro device, silenziato o spento, dentro un apposito raccoglitore a tasche numerato, appeso a parete, per riprenderlo alla fine delle lezioni. Questa decisione era stata assunta - prosegue il dirigente del Polo Tecnologico - dopo che, da una attenta analisi, era emersa un’evidente mancanza di concentrazione da parte dei ragazzi durante le lezioni. Il cellulare deve essere uno strumento che è a servizio di chi lo usa e ne semplifica la vita, ma non la deve annullare. Devo dire che pure le famiglie hanno appoggiato e approvato questa nostra impostazione, ratificandola in Consiglio d’Istituto. Speriamo con questo primo tassello di aiutare i nostri studenti nella gestione corretta di uno strumento utile, ma al contempo molto invasivo se non saputo gestire correttamente". Sulla stessa lunghezza d’onda Francesca Dini, dirigente dell’istituto "Fossombroni". "L’uso del cellulare - ha detto - distoglie sicuramente i ragazzi dallo studio. Crediamo però che con i ragazzi serva mediazione: il nostro istituto, per esempio, durante i compiti in classe, prende i telefoni degli studenti e li deposita in una scatola. Per poi riconsegnarli alla fine. Non si possono utilizzare i telefoni in classe ma non li possiamo togliere. Esiste la proprietà privata che è insindacabile. Il tutto, naturalmente, con moderazione e nel rispetto di tutti". "Tutte le scuole - ha aggiunto Roberto Mugnai - dirigente del polo Liceale "Aldi" sono dotate di un loro regolamento. Se i ragazzi lo usano incappano in provvedimenti disciplinari e ne subiscono le conseguenze. Quindi credo che focalizzarsi sul problema dei telefoni cellulari a scuola sia un non-problema. La scuola ha ben altre grane a cui deve far fronte giornalmente". Chiusura per Cinzia Machetti, dirigente scolastico dell’istituto "Leopoldo II", che si allinea con i colleghi che l’hanno preceduta. "Anche noi abbiamo un regolamento molto severo che esiste da sempre. Qualche giorno fa - dice - ho sanzionato tre ragazzi sorpresi con il cellulare durante un compito in classe. L’uso improprio deve essere assolutamente combattuto, comunque i problemi della scuola sono altri".