"Capanne, un centro abitato fantasma per il Comune e i servizi pubblici". Inizia così Daniele Gasperi della segreteria del Pci Colline Metallifere. "Fino a che è stato un luogo di attività minerarie con tanti residenti è stato considerato poi, dopo la chiusura delle miniere, il centro abitato di Capanne, è stato completamente dimenticato – aggiunge –. È vero ci sono pochi residenti oggi, certo non quelli di quando la miniera era in funzione, ma se i cittadini hanno diritti a servizi minimi, questi devono essere garantiti. Così come di consueto e probabilmente per una rottura dell’acquedotto l’acqua che arriva dai rubinetti è marrone, probabilmente carica di terra e detriti che non consentono un uso domestico o per l’igiene personale e rischiano di rompere elettrodomestici come lavastoviglie e lavatrici". Secondo i cittadini questa situazione si ripete regolarmente e periodicamente e, come nell’ultimo caso di qualche giorno fa, si protrae per almeno un paio di giorni. "E nessuno – aggiunge Gasperi – dall’Acquedotto al Comune pensa ad inviare acqua per usi alimentari e igienici, tenendo presente, tra l’altro, che ci sono persone non autosufficienti alle quali vanno garantite continuativamente pulizia e attenzioni. Tutto questo avviene nonostante le segnalazioni tempestive e numerose che si susseguono e i residenti ci dicono che non si vedono segnali di attenzione. Infine ma non per ultimo, la soppressione delle corse del trasporto urbano avvenuta senza un minimo di coinvolgimento o comunicazione ai residenti e che mette in condizione di isolamento i cittadini più fragili".