MATTEO ALFIERI
Cronaca

Negata la cannabis terapeutica, scoppia il caso

Sciolari: "Dalla Asl non ho risposta, ora non resta che coltivarmela da solo"

Alberto Sciolari ha iniziato la sua battaglia per vedersi riconosciuto il diritto alla dose terapeutica di cannabis

Grosseto, 23 gennaio 2016 - Niente risposte. Neppure un contatto. Alessio Sciolari, l’argentarino affetto da diverse patologie croniche che lo costringono a camminare con il bastone, ancora non ha avuto alcuna risposta dalla Asl in merito alla richiesta di cannabis terapeutica. Soltanto con quella terapia lenitiva del dolore, infatti, riesce a vivere decorosamente.

Terapia che però, dopo un anno, la Regione gli ha negato. E Sciolari non ha le risorse economiche per pagarsi (oltre mille euro al mese) la cannabis terapeutica. A una settimana dalla sua protesta pubblica la Asl ha preferito non rispondere. Almeno ufficialmente.

Soltanto nella tarda serata di ieri l’azienda sanitaria ha confermato di aver risposto al paziente tramite e-mail. Ma Sciolari ha deciso di non fermarsi. E annuncia che la sua battaglia per avere quello che – secondo lui – gli spetta, farà di tutto. Il primo passo è una presa di posizione, che rischia di mettere in pericolo anche l’equilibrio precario che si è costruito con i medici e le strutture della Asl. «Visto che la Asl di Grosseto – ha iniziato – non mi passa la cannabis, come mi spetterebbe per le mie patologie, ho deciso che me la coltiverò da solo. Non mi interessa quello che succederà, ma ho bisogno del medicinale per poter vivere decorosamente. Ho dolori lancinanti giorno e notte che sono con quella sostanza riesco ad alleviare».

E poi insiste: «Non mi fermo comunque. Ho parlato con il mio avvocato, Giovanni Gori, e sto preparando un esposto alla procura contro la Asl. Pretendo che mi venga data una risposta e soprattutto voglio capire come mai, con la mia patologia, non posso avere la cannabis terapeutica se non a pagamento». Poi continua: «E’ passata una settimana e non ho avuto ancora nè una risposta nè un contatto diretto con tutti i medici interpellati. Sono stato finora solamente io a propormi ad un contatto anche con la direzione sanitaria. Alcuni medici della Asl di Grosseto, tipo il dottor Mazzocchi, durante un colloquio telefonico mi ha consigliato di intraprendere altre strade. Tipo rivolgermi direttamente alla Regione». Adesso andrà a Roma per ricoverarsi in ospedale e per sottoporsi ad una serie di controlli che chiariranno una volta per tutte quel dolore che non riesce a sopportare.

«Le minacce? Credo di essere stato anche troppo paziente - conclude Sciolari - ho scritto una lettera alla dottoressa Morini, avvertendola che mi sarei dovuto recare a Roma per delle analisi diagnostiche specifiche, e che avrei gradito una risposta o quantomeno un aggiornamento sulla soluzione della mia vicenda prima della mia partenza, come d’altronde lei si era impegnata a tenermi aggiornata. Non credevo di chiedere molto considerato che in questi ultimi giorni ho anche dovuto reperire ulteriori documenti per la diagnosi di dolore neuropatico che serve per avere la cannabis. Credo - chiude - che l’unica strada da percorrere sia quella di un’azione legale».