
La potenza dei Queen domani sera al Teatro Moderno riproposta dalla tribute-band OQT, Orchestra-Queen-Tribute (nella foto di Emanuela Di Stefano, 2018). A partire dalle 21 sulla scena del Moderno si potranno rivivere le emeozioni della Bohemian Symphony l’opera rock che ripropone i più grandi successi dei Queen e che nella scorsa tournée, interrotta improvvisamente dalla pandemia, in sole tre date aveva registrato più di diecimila spettatori. Definito dal pubblico "uno spettacolo travolgente", Bohemian Symphony – Orchestra Queen Tribute attraversa gran parte della discografia dei Queen grazie alle potenti voci di Alessandra Ferrari, Roberta Orrù, Andrea Casali e Damiano Borgi, sostenute dall’energia della rock band di Enrico Scopa, Andrea Palmeri, Giacomo Vitullo, Lorenzo Milone e la raffinatezza degli arrangiamenti orchestrali de The Queen Orchestra, composta da fiati, ottoni, archi e percussioni, diretta dal Maestro Luca Bagagli.
Due ore di puro spettacolo per rivivere l’immensa eredità del repertorio dei Queen con proiezioni e live camera show che impreziosiscono brani indimenticabili come The Show Must Go On, Barcelona, Under Pressure, Somebody to Love: un vero e proprio omaggio allo straordinario talento di Freddie Mercury e alla sua band.
La line-up dell’evento è composta dalla rock band (Lorenzo Milone, chitarra - Enrico Scopa, pianoforte, tastiere e cori - Andrea Palmieri, batteria - Giacomo Vitullo, basso e cori), dalla Bohemian Symphony Queen Orchestra (in totale 30 elementi con fiati, ottoni, archi e percussioni), diretta da Luca Bagagli, che accompagnano quattro cantanti solisti (Alessandra Ferrari, Roberta Orrù, Andrea Casali e Damiano Borgi) in un racconto guidato da Daniele Monterosi. Lo show è stato scritto da Giacomo Vitullo.
Accreditati semplicemente come innovatori, i Queen sono riusciti a mettere impronte personali in ogni genere musicale con cui si sono cimentati, dal rock contaminato con la classica di "Bohemian Rhapsody" alla dance: il giro di basso di John Deacon in "Another One Bites The Dust" andrebbe insegnato in ogni scuola. Tra i primi a capire l’importanza dei video, hanno lasciato poi un segno importante anche in questo diverso modo di comunicare la musica. Ma soprattutto sono stati – come pochi altri – in grado di restituire ai fan concerti di livello elevatissimo, quasi impossibili per il numero esiguo di strumenti suonati e per le possibilità tecniche della loro epoca. Freddie Mercury è, e rimarrà sempre, Freddie Mercury, ma domani sera lo si sentirà più vicino.