NICOLA CIUFFOLETTI
Cronaca

Azione intimidatoria Slogan fascisti e svastiche comparsi nei sentieri di Bagnore

Le scritte sono state lasciate da ignoti su un casottino dell’Acquedotto del Fiora che si trova in località Crocina. Il tutto è avvenuto poche ore prima che si svolgesse un’iniziativa che era stata promossa dall’Anpi.

Azione intimidatoria Slogan fascisti e svastiche comparsi nei sentieri di Bagnore

di Nicola Ciuffoletti

"Siamo rimasti sbalorditi di fronte a tanta cattiveria". Commenta così Antonella Coppi, presidente dell’Anpi Amiata, le tre svastiche e le due scritte di connotazione fascista "Morte alla feccia rossa" e "Boia chi molla" riportate su un casottino dell’Acquedotto del Fiora che si trova nella periferia di Bagnore, in località Crocina (comune di Santa Fiora). Le pareti esterne del struttura sono state imbrattate evidentemente il giorno prima della passeggiata partigiana organizzata dall’Anpi la scorsa domenica.

Il casottino si trovava lungo il percorso. "Il giorno precedente la passeggiata – continua Antonella Coppi – durante i sopralluoghi preparatori, la costruzione non mostrava alcuna scritta ingiuriosa o simboli di natura criminale". La "Passeggiata partigiana" è stata organizzata ed ampiamente pubblicizzata dagli organizzatori. Dalle organizzazioni amiatine, dall’Anpi provinciale "Norma Parenti" e dalla Spi Cgil Lega Amiata è unanime la denuncia sull’ assistito. "Procederemo con una denuncia formale alle forze dell’ordine – ha ribadito Coppi – nella speranza che quanto accaduto non si ripeta. Ma poi cosa vuol dire ‘fecce rosse’, i partigiani non erano solo comunisti".

Gli organizzatori della passeggiata ribadiscono: "Le forze dell’ordine e la magistratura avranno dalla loro parte le cittadine e i cittadini amiatini per individuare i responsabili dell’intollerabile gesto, un vero e proprio schiaffo che colpisce con violenza la storia e la memoria condivisa del nostro Paese". Per l’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia si tratta di una gravissima intimidazione di stampo fascista. "Questo – affermano – anche in considerazione delle finalità degli organizzatori coinvolti nell’evento, costituendo un vergognoso oltraggio verso tutti coloro che persero la vita a seguito della deportazione nei lager nazisti per avere scelto di lottare contro le nefandezze degli oppressori, oltreché verso tutti coloro che hanno dato la propria vita per la libertà e la nascita della Repubblica Italiana, democratica ed antifascista. Accorato ed unitario l’appello degli organizzatori: "Chiediamo alle pubbliche autorità di fare tutto il possibile per individuare i responsabili di questo ignobile atto. Da parte nostra manterremo alta la vigilanza per impedirne il ripetersi, sempre a difesa della democrazia nata dalla Resistenza la cui eredità più preziosa è la nostra Carta Costituzionale".

"Le scritte ed i simboli – chiudono – utilizzati per vandalizzare i muri del casottino, in un luogo dove si aveva la certezza che quella mattina si sarebbe svolto un evento dedicato alla memoria della Resistenza ed alle donne e agli uomini che sull’Amiata contribuirono a renderci liberi, rappresentano una gravissima offesa a tutti gli italiani".