SABINO ZUPPA
Cronaca

"Allarme pesca a strascico illegale"

La denuncia di una trentina di piccoli pescatori che scrivono alla Regione e alla Capitaneria di porto

pescatori

di Sabino Zuppa

La crisi del settore della piccola pesca, oltre il Covid, è fatta anche di soprusi commessi da parte di chi dovrebbe rispettare le regole e svolgere la propria attività in acque più profonde.

Da qualche tempo, infatti, sarebbero emerse evidenze che la pesca a strascico illegale, ossia quella svolta sotto costa su batimetriche inferiori ai 50 metri ed entro le tre miglia dalla costa, non sia ancora stata debellata nemmeno nelle acque maremmane tanto che alcuni "tramaglini" che calano le loro reti da posta in acque più basse hanno denunciato scomparse misteriose di reti e segnali, dovute probabilmente al passaggio sconsiderato di unità ben più grandi e potenti delle loro.

Al fatto si è unita l’attenta osservazione dei banchi delle aste del pesce locale per i quali si segnala che alcuni pescherecci, autorizzati alla sola pesca d’altura, pare abbiano presentato grandi quantità di pesci che in realtà si possono trovare soltanto in acque basse della costa: un elemento, quest’ultimo, di per sé ovviamente non perseguibile per legge, ma secondo alcuni in grado di sollevare quantomeno dei dubbi su come e dove l’attività di pesca viene svolta.

Per questo motivo oltre una trentina di piccoli pescatori delle marinerie di Monte Argentario, Talamone e Marina di Grosseto hanno deciso di scrivere alle autorità regionali indirizzando un appello al governatore Eugenio Giani, all’assessore Stefania Saccardi ed all’assessore Leonardo Marras.

"Segnaliamo alle autorità regionali, alla Guardia costiera ed alla Direzione marittima di Livorno – dicono i pescatori firmatari del documento – il perpetuarsi di sconfinamenti di pescatori a strascico che praticano la pesca illegale frequentando le acque della fascia costiera compresa tra la foce del fiume Ombrone e Castiglione della Pescaia, su batimetriche inferiori a 50 metri".

"La decisione di segnalare questa situazione – dicono ancora – avviene dopo alcuni episodi verificati negli ultimi cinque mesi, durante la notte e nelle ore antecedenti l’alba, quando non è raro udire le paranze con i motori sotto sforzo a poche centinaia di metri dalla costa, con ripetuti danni subìti da alcuni pescatori di stanza nel porto canale di Marina di Grosseto a cui sono state portate via le reti. Un danno patrimoniale ed economico, anche perché senza reti vengono inficiate anche le giornate successive, fino alla sostituzione degli attrezzi danneggiati".

"Siamo consapevoli – spiegano ancora – che questo atteggiamento scorretto di pochi irriducibili pescatori d’altura penalizza e diffama tutta la categoria dei pescatori. Oggi le attrezzature e gli strumenti di controllo disponibili e le norme in vigore consentirebbero, in realtà, di stoppare la pesca a strascico illegale limitando i danni, anche perché quadi tutti i pescherecci sono dotati di Blue box e sistema satellitare Ais che devono essere in funzione durante la navigazione consentendo l’identificazione continua. Purtroppo però c’è chi disinserisce tali strumenti al momento degli sconfinamenti in acque basse per poi riaccenderli appena in zona regolare: una pratica però che potrebbe essere identifcata da parte degli organi di controllo che hanno la facoltà di effettuare successivi e particolari accertamenti idonei a sopprimere attività illecite".