
Lavori in corso (foto Aprili)
Grosseto, 8 maggio 2015 - Cinque milioni non sono pochi. Anzi. Sono i soldi che il Consorzio di Bonifica Toscana Sud ha speso in un anno. Dalla fine del 2014, per essere precisi. Soldi che serviranno per mettere in sicurezza l’Albegna, il fiume che a guardarlo oggi è perfetto per una cartolina, ma è stato capace di "regalare" alla Maremma morte e distruzione.
Soldi, quindi, che sono serviti per i lavori (anche quelli di somma urgenza) quando si è capito che la messa in sicurezza - attraverso la manutenzione ordinaria e il ripristino delle funzionalità idrauliche - non potevano più aspettare. E’ stato il presidente del Consorzio Toscana sud Fabio Bellacchi ad illustrare, in un tour, quello che i suopi operai stanno facendo per mettere in sicurezza la zona. Due, per il momento, gli interventi già conclusi: quelli a monte del ponte di Sant’Andrea, dove il 12 novembre del 2012 si creò una voragine che ucci i tre operai dell’Enel, e quello alla confluenza comn il Patrignone. Si concluderanno entrò metà giugno, invece, i lavori relativi al primo stralcio di ripristino dell’equilibrio sedimentologico del fiume, con il secondo stralcio in partenza a ottobre. Alla fine di agosto, invece, le ruspe inizieranno a muovere le loro benne per "sistemare" il fosso Patrignone, da ultimare per la fine di febbraio 2016, Resta in fase di valutazione, invece, il progetto per proseguire la sistemazione del fiume fino alla località Barca del Grazi per cui serviranno un milione e 500mila euro, con una valutazione che coinvolge direttamente la Regione Toscana.
"Il Consorzio sta facendo il suo massimo sforzo - dice Fabio Bellacchi indicando le ruspe sul greto del fiume a Camera dei Ladri -. In un inverno abbiamo concluso i lavori che solitamente si fanno in due anni". Il disboscamento del letto del fiume è il primo passo per renderlo più sicuro. In attesa delle piene: "L’Albegna deve diventare come la Bruna - prosegue Bellacchi -. Non è altro che un canale di scolo. In passato non è stata fatta la pulizia necessaria. Quattro sono per noi i punti fondamentali per mettere in sicurezza il fiume: canali puliti per far scivolare via l’acqua, fiume sempre pulito, risistemazione dell’argine remoto, e nuovi ponti su Aurelia e ferrovia". Bellacchi chiede comprensione: "Purtroppo la burocrazia ci sta uccidendo - conclude -. Ci sono dei tempi tecnici che devono essere rispettati e poi non posso rispondere delle situazioni precedenti al mio incarico». Sono già 4,5 i chilometri fatti. Dei nove complessivi. «Crediamo che l’escavo della terra sarà completato per l’80% entro ottobre - ha aggiunto l’ingegner Tassi -. Con queste forze di più non possiamo fare. L’importante è che l’Albegna sia tenuta pulita, senza vegetazione ripariale. Una specie di canale che deve portare via l’acqua".
Matteo Alfieri