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Agricoltura al bivio. L’appello della Cia: "Garantire margini equi lungo tutta la filiera"

Il presidente provinciale Claudio Capecchi: "Trovare lavoratori specializzati con la passione e la competenza necessarie per gestire gli allevamenti è sempre più complesso, ciò si riflette su tutto il comparto.

Claudio Capecchi (presidente Cia)

Claudio Capecchi (presidente Cia)

"L’agricoltura ha bisogno di essere supportata" . Lo ha ribadito la Cia grossetana con il suo presidente, Claudio Capecchi. La richiesta di Cia è chiara: garantire una ripartizione equa del valore lungo la filiera, sostenere chi produce e favorire una transizione verso un’agricoltura più sostenibile. Questo è un momento cruciale in primo luogo per l’agroalimentare perché da una parte si sta registrando un incremento annuo del valore produttivo del settore e dall’altra parte non ci sono aumenti di margini per chi opera direttamente sul campo. Di questo Capecchi ne ha parlato anche all’assessore regionale all’agricoltura Susanna Saccardi. Un focus di Cia è poi sulla sostenibilità zootecnica, con particolare attenzione agli allevamenti ovicaprini e zootecnici della provincia. Tra le principali difficoltà Capecchi ha sottolineato l’impatto delle predazioni, problema che continua a gravare sulle aziende dedite al pascolo. In numeri degli ultimi cinque anni segnano una tendenza allarmante. In Toscana si sono persi circa 900 allevamenti e il 25% della produzione di latte. In questo contesto una risposta è arrivata dalla Regione Toscana con la misura Aca 17, un sostegno mirato alla gestione dei pascoli, con l’obiettivo di conservare e valorizzare la biodiversità attraverso un pagamento per ettaro di terreno pascolato.

"Questa misura –ha spiegato Capecchi – è un aiuto concreto per le aziende che praticano il pascolamento per circa 120 giorni l’anno. Prevede misure di prevenzione come recinzioni, custodia continua e cani da guardiania, tutte soluzioni orientate a contenere il fenomeno delle predazioni". Tale misura ha risposto anche all’esigenza di mitigare i costi aggiuntivi, divenuti sempre più gravosi per le aziende locali. "Abbiamo lavorato con il Crea per definire gli oneri economici – ha osservato Capecchi – che gravano sulla pastorizia in presenza di predatori e riteniamo che il riconoscimento di un premio al pascolamento assistito sia un passo significativo verso la sostenibilità del settore". Altra questione affrontata ha riguardato la crescente difficoltà nel reperimento di manodopera qualificata. "Trovare lavoratori specializzati, con la passione e la competenza necessarie per gestire gli allevamenti, è sempre più complesso – dice –. Questa difficoltà si riflette su tutto il comparto agricolo, ma colpisce in modo particolare la zootecnia. L’agricoltura richiede un impegno costante, e la vita in ambienti rurali, per tutto l’anno, rappresenta un sacrificio che non tutti sono pronti ad affrontare".

Ulteriori ostacoli che aggravano la gestione delle aziende zootecniche includono la diffusione di malattie animali che continuano a mettere a dura prova il settore. Inoltre, le problematiche legate ai cambiamenti climatici rendono sempre più complessa la gestione delle risorse. "Un’agricoltura forte è la base della vitalità delle nostre comunità rurali. Se il settore agroalimentare toscano, e dunque anche grossetano, è in crescita – ha concluso Capecchi – è essenziale che anche chi lavora e produce quotidianamente possa beneficiarne".