REDAZIONE GROSSETO

Gli Afterhours a Festambiente con il loro indie rock

Intervista al violinista della band, Rodrigo D'Erasmo

Afterhours

Grosseto, 7 agosto 2016 - Nella cittadella ecologica di Rispescia, andrà in scena la prima Notte Bianca di questa edizione di Festambiente. Fino all'alba si potrà ascoltare musica, curiosare tra gli stand e godere di terapie naturali. Ma i protagonisti di domenica 7 agosto saranno gli Afterhours, considerati i portabandiera dell'indie rock italiano. Dalle 22.30 coinvolgeranno il pubblico suonando vecchi successi e i brani del nuovo album “Folfiri o Folfox”. "Un disco di morte e di rinascita”, lo definisce Manuel Agnelli, il frontman della band. I testi di questa nuova opera sono stati scritti a quattro mani dal cantante Manuel insieme al violinista Rodrigo D'Erasmo, che abbiamo intervistato tra una tappa e l'altra del tour. 
L'album affronta il tema del dolore.
"Sì e tutto nasce da una esperienza personale di Manuel, ma che poi è stata condivisa da me come anche dagli altri componenti della band. Del resto ognuno di noi ha conosciuto il dolore, che può avere molte declinazioni, come l'abbandono, il distacco, la perdita. Crediamo che sia giusto parlare anche di argomenti considerati tabù, in questo caso cercando di esorcizzare e in qualche modo sublimare il dolore. La soddisfazione più grande è che la gente viene a dirci che si sente toccata nel profondo e stimolata a recuperare energie".
Create tutti insieme i vostri album? 

"Manuel scrive i testi, la musica invece nasce insieme. Ma non per tutti i dischi va alla stessa maniera. Di sicuro Manuel è il faro, la guida che ha la visione complessiva del gruppo, che ha avuto molti cambiamenti, e dei progetti da realizzare". 

Come si trova un violinista di formazione classica in un gruppo rock?
"Sono ancora un ascoltatore di musica classica ma non più un esecutore. Lentamente mi sono allontanato e ho sperimentato tutto ciò che potevo col violino, dal folk al jazz fino al rock, dimensione in cui mi sento perfettamente a mio agio e unico".
Non è la vostra prima volta a Festambiente. Ne condividete i messaggi?
"Siamo felici di contribuire al dibattito sull'ambiente. Tutti gli artisti dovrebbero aver sviluppato una sensibilità tale da affrontare temi sociali".
La musica può smuovere le coscienze?
"Ho sempre creduto in questo. E adesso ce n'è davvero bisogno perché l'Italia purtroppo si è assestata sul quieto vivere. Noi parliamo anche di argomenti scomodi. Il rock è uno dei gerghi più adatti per affrontare temi civili. Grande o piccolo che sia, gli artisti hanno un megafono e quindi l'opportunità e allo stesso tempo la responsabilità di influenzare l'opinione pubblica".
Irene Blundo