
Un calcio verticale e aggressivo, perché la filosofia di Vincenzo Italiano parte da un presupposto: giocare per vincere e non per evitare di perdere. Basta sfogliare le 83 pagine della tesi presentata a Coverciano dal nuovo allenatore della Fiorentina per cominciare ad immaginare la Viola che verrà. Italiano lo ha scritto nero su bianco: "L’allenatore pensa "h24" alla squadra, alla metodologia di lavoro, al raggiungimento di obiettivi senza mai snaturarsi nelle proprie idee, semmai capendo quando è necessario porre "accorgimenti" capendo i segnali che la squadra fa arrivare".
E’ così che, una pagina dietro l’altra, si può ricostruire la settimana tipo dell’allenamento e, soprattutto, il "decalogo" del suo calcio. La prima regola è chiara: è fondamentale che "i calciatori siano "tutti registi", tutti "costruttori" del gioco, indipendentemente dal ruolo". In fase di possesso si parte dal principio del "consolidamento o messa in sicurezza del pallone", con la verticalità che non deve essere ricercata a tutti costi, ma solo quando necessaria o possibile, per poi concentrarsi sulla "conduzione", "ovvero guadagnare metri di campo, quando possibile, "provocando" l’avversario"" fino alla ""ricerca del lato debole", ossia quelle zone di campo in cui l’avversario ti concede superiorità, il tutto ovviamente supportato dal grande coraggio che serve per interpretare tutto ciò". Il fil-rouge che lega questa filosofia è sempre lo stesso: attaccare per Italiano significa sempre e solo muoversi con l’idea di segnare e anche in fase di transizione negativa, di recupero palla, l’atteggiamento non è destinato a cambiare.
L’obiettivo, in questo caso, come spiega nell’elaborato discusso a Coverciano nella sessione 201920 del Corso Master Uefa Pro (il relatore è stato Ulivieri), è quello di recuperare il pallone il più velocemente possibile o costringere l’avversario a fare scelte poco ragionate, di fatto inducendolo all’errore.
Ma cosa dovrà fare la Fiorentina? Servirà un importante propensione collettiva al sacrificio, grande coraggio a partire dalla linea difensiva destinata a restare alta e rapidità in centrocampisti e attaccanti, che dovranno aggredire in avanti ma anche ripiegare all’indietro al momento del bisogno. Non avrà poi difficoltà ad adattarsi al materiale umano che avrà a disposizione, pur non snaturando le sue convinzioni tecnico tattiche.
Il suo modulo di riferimento è il 4-3-3 tipico di una squadra in grado di occupare gli spazi sfruttando le corsie laterali e i movimenti in avanti.
Fondamentale sarà la figura del portiere, che diventerà un play aggiunto. Nella settimana tipo (con partita alla domenica), il martedì (o mercoledì) si lavora sul possesso palla, con esercitazioni per abituare i calciatori alla ricerca delle giuste linee di passaggio, prestando attenzione allo smarcamento. Il giorno dopo si insiste su attacco contro difesa, con l’obiettivo di proporre transizioni continue, da una parte e dall’altra. Il giovedì o venerdì, invece, gli allenamenti puntano ad abituare la squadra a lavorare nella metà campo avversaria, stimolando la riconquista aggressiva e immediata del pallone, oltre naturalmente alla prova generale della partita, per cercare di ricreare il più possibile le situazioni che si possono verificare in gara.
Francesca Bandinelli