
Alessio Tendi
Firenze, 30 settembre 2019 - Segnare non era certo il suo mestiere, fatto sta che il 6 gennaio 1980 toccò ad Alessio Tendi piegare la Juventus con un eurogol passato alla storia: discesa sulla sinistra, dribbling su Causio e tiro da trenta metri all’incrocio dei pali. Un gol che lo proietetrebbe di diritto nella galleria di autori di gioielli viola, accanto ad Antognoni, Baggio, Mutu, Batistuta, Salah, e alla gemma di Bressan. Attribuitagli la meritatissima nomination, coinvolgiamo Tendi come... giudice e opinionista fra i gol meravigliosi che sottoponiamo al voto dei nostri lettori.
Quella che coi gol di Tendi e Sacchetti batté la Juve, era la Viola operaia di Carosi, una squadra con poca tecnica ma con un cuore immenso capace di sconfiggere anche i poteri più forti. Un po’ come la Fiorentina che ieri si è imposta sul Milan per 3-1 al termine di una gara di grande personalità, dove ha brillato radiosa la stella di Franck Ribery, uscito tra gli applausi dei 50.000 di San Siro dopo 90’ di pura classe conditi da un gol destinato a passare alla storia.
Che dice, Tendi? Un riconoscimento non da poco.
“È stato il doveroso riconoscimento ad un grande giocatore: Ribery in questi mesi ha preso in mano la Fiorentina con umiltà, si è calato in una realtà tutta nuova e si è messo pure i panni di insegnante per i più giovani. Milano, oltretutto, sa riconoscere i campioni anche se raramente applaude i giocatori avversari: un gesto simile vuol dire tanto”.
Cosa si prova a fare un gol che è destinato a passare alla storia?
“Quasi tutti quelli che mi vedono per la prima volta esordiscono abbracciandomi e menzionando quella giocata che fece felice Firenze nel lontano 1980. È trent’anni che lavoro in un ambito diverso dal calcio, ma il ricordo di quella rete, per fortuna, è ancora vivo nella mente di molti. Ed è una bellissima sensazione”.
La Nazione ha lanciato il sondaggio sul gol più bello degli ultimi decenni. Quale sceglie lei tra la rete di Mutu al PSV, quella di Baggio al Napoli, quella di Antognoni alla Juventus, quella di Bressan al Barcellona o quella di Salah alla Juve?
“In virtù di quella che è l’amicizia che mi lega a Giancarlo, dico senza dubbio Antognoni, anche se le altre sono tutte belle reti: quando riesci a segnare al Franchi contro la Juventus e per di più di testa - cosa che non era esattamente molto frequente nel suo repertorio - vuol dire che sei un vero campione. Con questa mia scelta premio non solo il calciatore ma anche l’uomo, con cui ho avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio per sette anni”.
Non abbiamo ancora parlato del gol di Ribery…
“È stato il sigillo ad una prestazione importante: forse meritava anche già sullo 0-0 di far gol al termine della serpentina da cui poi è nato il rigore del vantaggio viola. Il gesto tecnico del 3-0 fa parte del suo classico bagaglio tecnico”.