Cambiano gli avversari, cambia la cifra tecnica, ma alla fine il canovaccio della partita è sempre lo stesso. La Fiorentina muove palla con facilità e bravura fino alla trequarti avversaria e lì si smarrisce, come se un buco nero inghiottisse ogni velleità di gioco. E questo sia che ci si trovi di fronte a una difesa di alto livello quale quella juventina, sia a una di livello assai più basso come quella serba. Alcuni pensano che ciò sia il frutto di una pochezza di idee di Italiano, altri alla mancanza di qualità tecnica lì davanti, senza nessuno che salti l’uomo e senza un centravanti a dare un senso all’enorme possesso palla. Il dibattito è aperto. Certo, una cosa rispetto alla Juve è cambiata: il risultato. Stavolta è stata la Fiorentina a vincere di corto muso. Non possiamo per questo dirci Allegri, ma ieri era l’unica cosa che contava.
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