
di Giampaolo Marchini
Dietro alle consuete e rigorose lenti a specchio sicuramente gli occhi saranno stati umidi, anche se difficilmente lo ammetterà, considerato che si emoziona solo (dice, ndr) quando giocano le sue ragazze de Il Bisonte. Ma stavolta avrà sicuramente fatto uno strappo alla regola perché la sua creatura piano piano sta diventando realtà, tracciando un solco ben preciso tra il volley pre e post Palazzo Wanny. L’impianto che porta il suo nome – ieri il taglio del nastro del sussidiario – è qualcosa di straordinario considerato che tutto è partito da un sogno: dare una casa alla squadra. E Wanny Di Filippo non poteva lasciare senza un impianto la sua squadra. Già, un sogno. "Chiedetemi se sono felice? Sono felicissimo – ha detto il patron –. Abbiamo realizzato un sogno. Lo sono perché penso di aver fatto qualcosa di utile a tutti, qualcosa per la città di Firenze. Quando i sogni si realizzano non si può che esserne entusiasti, io sono un sognatore ma amo anche realizzare i miei sogni e stavolta ho sognato per regalare un futuro migliore a questa città e a questa regione, pensando soprattutto ai giovani".
I giovani, certo, per un futuro migliore, ma il presente racconta comunque di una operazione per la città che potrà contare anche su di un impianto polivalente – il corpo principale che sarà terminato entro la metà di novembre – dove giocherà certo Il Bisonte, ma anche la Savino Del Bene Scandicci, nel segno di una armonia metropolitana che non può che non fare bene a tutto il movimento. Chissà che Palazzo Wanny non diventi con il tempo la Coverciano del volley. Chissà. Raggiante anche il sindaco Nardella, intervenuto insieme al governatore Giani, ma anche con l’attuale assessore allo sport Guccione e quello passato, Vannucci ora in Regione. "Quest uomo – ha detto il sindaco indicando Wanny – è la dimostrazione che le cose che sembrano impossibili alla fine, se ci crediamo davvero, diventano realizzabili. Wanny ci insegna che dall’amore nasce tutto, se c’è l’amore si può fare tutto. Il fratello minore, che inauguriamo oggi e Palazzo Wanny sono il frutto di questo amore". Un orgoglio per Firenze e anche per la Toscana: "Grazie ad Elio Sità e Wanny di Filippo ci troviamo ad avere questo impianto. La concretezza di chi lo sport ha imparato ad amarlo. Non c’è nessuno come Wanny, ha messo le mani al portafoglio per farci un regalo".
L’epilogo affidato al presidente Sità: "Wanny ci teneva a investire nelle strutture, ci siamo domandati se fosse il caso di investire nella costruzione della squadra o nella costruzione della nostra casa, ma non abbiamo avuto dubbi. Questo percorso oggi ci vede proiettati in qualcosa di molto importate. Ringrazio l’ingegner Mazzoni che ci ha supportato e guidato fino qui".