L’Ovest, il Signa e Sarri: le emozioni di Alvini

A tu per tu con l’allenatore della Reggiana, ’nato’ fre i dilettanti fiorentini. "Dal dramma per un infortunio al sogno della panchina"

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Carattere garbato, persona competente, sono alcuni dei requisiti di Massimiliano Alvini, attuale allenatore della Reggiana in Lega Pro che l’altro ieri ha compiuto 50 anni. La sua escalation inizia da due squadre fiorentine: il Firenze Ovest e il Signa. Due tappe importanti che lo hanno fatto crescere e maturare, come calciatore e dopo come allenatore.

Sono queste, insomma, le storie che il mondo del pallone racconta da sempre in quei viaggi a metà fra il calcio dei campi di periferia e quelli sotto riflettori più importanti.

"Arrivai al Firenze Ovest in Eccellenza nel 1992 grazie al diesse Tanfani. – precisa Alvini, che era un buon difensore con caratteristiche alla Facchetti – Il presidente era Piero Colzi persona eccezionale, con Mauro Lessi ex Livorno in panchina. L’anno dopo passai al Signa dove rimasi fino al 2004. L’infortunio del 2000 mi costrinse a smettere con il calcio, un brutto colpo per me. Il presidente Rugi che mi stimava moltissimo, mi responsabilizzò nel ruolo di direttore sportivo e poi per tre mesi come allenatore degli Juniores. Aveva visto quelle doti che personalmente avevo scoperto per scherzo quando allenavo una squadra di amatori nei storici tornei dei bar. Infatti, dagli Juniores passai ad allenare la prima squadra diretta per tre anni portandola in Eccellenza".

Dopo Signa qual è stato il suo percorso?

"A Quarrata per tre anni vincendo anche il campionato; il Tuttocuoio in Lega Pro fino al 2015; la Pistoiese e l’Albinoleffe per stagioni. Ora sono alla Reggiana".

In questo momento le manca il calcio?

"Moltissimo. Ho voglia di riassaporare quell’entusiasmo che c’era attorno alla squadra al "Mirabello" prima di questo stop per il Coronavirus. Farei di tutto per tornare in campo, ovviamente se la salute è tutelata. Per me si potrebbe giocare fino a luglio e pure in agosto; magari di sera che è meglio. Aspettiamo che cosa decideranno".

Quale allenatore ammira di più?

"Tutti perché in qualsiasi partita hai sempre da imparare. Se devo sceglierne uno, dico Maurizio Sarri; conosciuto nel 2000 quando era alla Sangiovannese. E’ un tecnico partito dalla gavetta arrivato in serie A, vincendo tutti i campionati".

Lei vanta 687 panchine, fra cui 242 nei professionisti. A quando la ciliegina?

"Con la Reggiana sono in corsa per la B: siamo secondi dietro al Vicenza. E’ un sogno bellissimo che vorrei realizzare".

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