
Il Cerbaia non potrà disputare sul proprio terreno di gioco le partite casalinghe di campionato e coppa stagione 2025/26. Dovrà trasferirsi tutto l’anno a Tavarnuzze, allo stadio Ascanio Nesi, con le due società che hanno già trovato l’accordo. La prima scelta sarebbe stata lo stadio di San Casciano Val di Pesa che però è già occupato dalla Sancascianese e dallo Scandicci per le gare casalinghe di Serie D.
Quale problema vieta al Cerbaia di giocare fra le mura amiche? "La misurazione del terreno di gioco da parte della Figc dopo la trasformazione in sintetico - afferma il presidente del Cerbaia, Luca Presciutti - ha certificato la mancanza di 5 metri in larghezza e il campo non può essere omologato per la categoria. Il Cerbaia ha giocato lo scorso anno per la prima volta in Promozione, ma non c’era stata una verifica ufficiale. E abbiamo disputato le partite casalinghe in casa credendo di essere nella norma". Inoltre Presciutti precisa: "La mancanza di questi metri ci costringe ad emigrare. Ringrazio il presidente del Tavarnuzze Claudio Manetti per la disponibilità. Per il Cerbaia il terreno di gioco, la tifoseria e l’ambiente casalingo rappresentano, da sempre, una sorta di uomo in più. Ora le difficoltà aumentano sia per il coinvolgimento del pubblico, che per l’aspetto, organizzativo, tecnico ed anche economico".
In questo contesto si inserisce la costruzione delle nuove tribune: "L’amministrazione a stanziato i fondi - precisa Presciutti - ed entro dicembre verranno rifatte con una diminuzione dei posti seduti e coperti. Quest’anno giocheremo sempre in ‘trasferta’. In futuro, non volendo pensare a un ritorno in Prima categoria dove le misure sarebbero ok, stiamo studiando dei correttivi. Il terreno di gioco è però difficile da ampliare: da una parte ci sono gli spogliatoi dei campi da tennis, dall’altra c’è l’argine del fiume".
Francesco Querusti
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