Ci sono personaggi che hanno fatto la storia della Fiorentina e altri che sono la storia della Fiorentina. Uno di questi è indubbiamente Gigi Boni, fresco 94enne (ha compiuto gli anni sabato 6 novembre) che, essendo nato nel 1927, ha un anno in meno del club viola, che poi ancora viola non era, con il quale vive da sempre un rapporto di amore strettissimo. Tifoso appassionato, profondamente fiorentino (dallo spirito battagliero unito a una raffinata ironia) Boni ha attraversato (e attraversa tuttora) la storia gigliata interpretando vari ruoli spesso da protagonista: tifoso, consigliere, dirigente, presidente del Centro coordinamento viola club, popolarissimo conduttore televisivo (con “Area di rigore“ su Toscana Tv) e ora nuovamente “solo” (si fa per dire) tifoso. "Ho cominciato ad andare allo stadio dal 1936 e da allora ho visto tutte le partite e, fino a qualche anno fa ho fatto tutte le trasferte".
Spulciando tra le trasferte (alcune avventurose, a volte gioiose a volte tristi) Boni ricorda quella particolare a Siena (Fiorentina-Roma 1-0, gol di Bortoletto nel finale) che si giocò nella prima giornata del 1947-48 nella città del Palio perché lo stadio di Firenze era squalificato per un’invasione di campo.
Boni, entrato nella “Hall of Fame“ del Museo Fiorentina, è un patrimonio di ricordi, aneddoti, racconti dei vari momenti della vicenda viola. Se gli si chiede quale sia la partita che ricorda di più cita, a sorpresa, una sconfitta: "E’ l’ultima del trionfale campionato 1955-56 quando perdemmo a Genova per 3-1 contro il Genoa. Lo scudetto era già vinto ma fu tale la rabbia per il comportamento dell’arbitro che me la ricordo ancora".
Quella Fiorentina, tra le tante che ha visto,"è quella che occupa un posto speciale nel mio cuore" e inevitabilmente il campione più amato è il fuoriclasse di quella squadra: "Julinho era unico per la grande capacità tecnica e di realizzazione, la fantasia semplice e l’enorme signorilità nel movimento. Che fascino Julinho".