La Savino Del Bene è in finale per il titolo tricolore. È la prima volta (dagli anni ’70), ora dovrà affrontare al meglio di tre partite su cinque Conegliano che in gara 3 si è facilmente sbarazzata di Novara per 3-0 (25-19, 25-22, 25-20). Una finale attesa da anni ma non arrivata per caso. Battendo Milano per 3-0 in gara-1 a Palazzo Wanny e all’Allianz Cloud con lo stesso punteggio Scandicci ha confermato quella crescita sulla quale la società e Massimo Barbolini stanno investendo e lavorando da tempo. Due risultati netti sui quali c’è poco da aggiungere se non che sia nell’una che nell’altra gara la squadra è stata praticamente perfetta. Tra l’altro, i precedenti non sembravano essere del tutto a favore visto che in questa stagione aveva perso tutti e tre gli scontri diretti: due in campionato (3-2 a Milano e 0-3 a Firenze) e l’altro in semifinale di Coppa Italia (ancora una volta 3-2 all’Allianz Cloud). Da aggiungere che nelle due vittorie nelle semifinali scudetto la squadra ha avuto la capacità e la bravura di reagire, recuperare e sorpassare anche quando era in svantaggio.
"Abbiamo commesso pochi errori ed adesso siamo 1-0 ma dobbiamo sapere che la serie è ancora lunga e ogni set sarà duro e tirato", aveva detto Barbolini dopo la prima partita. Le ragazze lo hanno ascoltato e recepito alla lettera il suo messaggio. A Milano sono salite in cattedra, hanno dato spettacolo, hanno messo in ginocchio le avversarie con una superiorità emersa in tutti i reparti. Il duello fra le due opposto azzurre, Egonu da una parte e Antropova dall’altra, è stato vinto a mani basse da quest’ultima che ha avuto la freddezza e la capacità di chiudere i punti decisivi e di battere come solo lei sa fare (ha vinto la classifica degli ace con 81 contro i 62 di Egonu); Zhu Ting è tornata ad essere la regina che conoscevamo; Herbots e Ruddins, saggiamente ruotate da Barbolini, hanno reso pirotecnico il gioco a rete; Nwakalor e Carol con la perfetta regia di Ognjenovic hanno orchestrato a muro, e Parrocchiale, arrivata proprio da Milano a inizio campionato per sostituire l’infortunata Merlo, si è levata la grande soddisfazione dell’ex. Grandi meriti anche di chi, partendo dalla panchina, una volta in campo abbia fatto faville: l’esempio è di Diop che chiamata in gara-2 a entrare nel terzo parziale, ha messo a segno 4 ace e un muro che hanno anch’essi contribuito al trionfo.
Franco Morabito
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