
E’ il ’fiorentino’, in ottica area metropolitana, che in maglia viola ha vinto più di tutti. Con buona pace del Nemo propheta in patria. Già, perché Pierluigi Cencetti da Barberino Val d’Elsa, ’ministro’ della difesa, inizia la scalata nel 1962 dalle giovanili fino alla prima squadra, quella yé-yé per intendersi. E lo fa da leader difensivo della squadra che vince il Viareggio nel ’66, sconfitta poi ai supplementari in quella del ’67 dal Bologna.Dopo un anno al Siena, Chiappella lo richiama per la rosa della prima squadra. Ma è sempre con la ’De Martino’ sempre da capitano che perde lo scudetto alla monetina con la Spal. Pandolfini decide che il ragazzo deve stare con la prima squadra. E nel 68’69 Cencetti partecipa alla vittoria dello scudetto non da gregario, con sei presenze, e la prestazione di qualità a San Siro contro il Milan e Pierino Prati, tenendolo a secco nello 0-0 che fu importante per la vittoria finale. Prati che tre mesi dopo stese l’Ajax con una tripletta nella finale di Coppa dei Campioni.
Pierluigi poi si tolse la soddisfazione di segnare con il Tottenham nel triangolare in Canada. Non solo, l’anno dopo gioca la coppa del Campioni da titolare contro l’Oester e subentra nel successo sul Celtic. Nell’estate del ’70 fu ceduto (con Rogora) al Brescia, voluto da Andrea Bassi, tecnico delle rondinelle, che lo aveva allenato nelle giovanili e in prima squadra. Proprio l’anno in cui i viola si salvarono per il rotto della cuffia. Chiuso col calcio, rientrò a Vico d’Elsa per occuparsi del mobilificio di famiglia fino alla pensione. Ora è campione mondiale di giardinaggio: davvero invidiabile quello di casa. Ovviamente a Vico.