
Festa grande sul palco alla fine dello spettacolo
Firenze, 11 dicembre 2018 - Standing ovation a ripetizione, applausi, cellulari puntati sul palco, riprese e condivisioni in tempo reale: c’è un’emozione che vibra e oscilla come flusso d’aria tra i palchi e la platea di un Teatro Verdi strapieno a Firenze. E non è un caso. Shel Shapiro e Maurizio Vandelli hanno debuttato l’altra sera in prima nazionale con questa nuova esaltante produzione, "Love and peace". Insieme.
Due idoli degli anni ’70 finalmente sullo stesso palco dal vivo: a prendersi un po’ in giro e a voler condividere la loro vita di artisti di calibro immenso. Lasciare da parte battutine facili a causa dell’età, per favore eh. Non se ne può più: perché anche questo, ragazzi, andrebbe sdoganato come concetto. Basti dire che se in Italia approda un qualunque artista straniero su un palco che abbia superato gli anta – sono buona e non faccio nomi – e fosse di età non meglio identificata, il fatto diventa d’ufficio un evento. Mentre da noi, i nostri super artisti con curriculum lunghi così di compositori e musicisti, sono considerati in fuga da villa arzilla. Beh: direi anche basta.
Vandelli, che dire di lui? Una voce stupenda, la stessa esatta degli anni che l’hanno reso famoso, coi capelli tutti bianchi, scarmigliati e la coda di cavallo: aveva un po’ di febbre, dice, ma ha cantato alla grande come tutti si aspettavano. Uno che si è formato artisticamente in anni in cui il fermento musicale internazionale era segnato dalla musica beat e dalla musica pop e che oggi in scena ritrova se stesso, come e meglio di prima.
Shapiro, che dire di lui? Un personaggio carismatico, con quello slang inglese che gli si deve essere appiccicato al palato, e che lo rende un rokkettaro sentimentale e impegnato. Ritrovare i vecchi vinili dei The Rokes dove era il frontman per capire quanto oggi come artista sia quasi meglio di quegli anni lì. Dischi a ruba: più che calorosa accoglienza per l’album "Love and peace" (Sony Music), da avere. Sia la critica che il pubblico sono d’accordo per una volta: via a questo tour da Firenze per l’Italia.
Realizzato da Trident Music, con la bella regia di Roberto Manfredi. Leggere "Peace & Love" di sfondo al palcoscenico fa un certo effetto: per chi non c’era in quegli anni lì, o era piccolissimo, un tuffo nella storia patria attraverso la musica e quegli ideali che sembrano spariti dal mondo e dai pensieri. Uno spettacolo di oltre due ore - i due hanno bevuto giusto un bicchier d'acqua - senza intervallo ha travolto il pubblico con un’energia pazzesca. Va riconosciuta una produzione di altissima qualità, suggestiva ed innovativa da un punto di vista tecnologico e scenograficamente ricca, per uno spettacolo improntato sulla storia di queste due grandi carriere, non solo Equipe 84 e The Rokes ma anche sui loro percorsi individuali che tanto hanno dato – e continuano a dare – alla scena musicale italiana.
A me sono piaciute molto le immagini e i video fortemente simbolici e rappresentativi proiettati su un grande schermo, mentre la loro proverbiale rivalità viene affrontata con molta ironia, e svariati abbracci. Shel Shapiro e Maurizio Vandelli sono l' esempio di due identità e personalità artistiche che della loro differenza hanno fatto un punto di forza, unendosi per un progetto comune. Gireranno l’Italia, obbligatorio andarli a vedere.
@shelshapira