MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Riprende l’antica ricetta della nonna: il liquore coi sapori del Mugello premiato a Lione

Al concorso internazionale di Lione Andrea Fiesoli ha sbaragliato la concorrenza, conquistando “una medaglia d’argento che vale oro” tra 900 partecipanti da 49 Paesi al mondo

Andrea Fiesoli col suo ‘Leonetta’

Andrea Fiesoli col suo ‘Leonetta’

Mugello (Firenze), 26 marzo 2024 - Una ricetta che sarebbe morta con sua nonna Leonetta, se solo suo nipote, Andrea Fiesoli, non l’avesse riportata in vita. Questo liquore, precisa Andrea, “non è un distillato ma un infuso” e racconta la tradizione del Mugello. A Lione, capitale della gastronomia francese, al “Concours International de Lyon”, nella categoria “liquori e distillati”, questo prodotto tutto made in Mugello ha ricevuto di 83/100 conquistando la medaglia d’argento. Ma, come sottolinea Fiesoli: “Considerando che il mio è un prodotto molto recente, nato a giugno dell’anno scorso, per me è un argento che vale oro”. Tutto ebbe inizio in una frazione di Vicchio del Mugello, Le Caselle, dove abitava nonna Leonetta. Andrea, ci racconta cosa aveva di speciale la ricetta della nonna? “A tavola, dopo il caffè, che fosse per una festa o un semplice pranzo della domenica, era un rito portare alla fine dei pasti il digestivo, un liquore rigorosamente fatto in casa. Quando raggiunsi l’età per poterlo provare, iniziai a chiedere alla nonna la ricetta, ma invano. Lei ne era gelosissima. Mi diceva: “Fin quando son viva io, berrai il mio”. Poi, cos’è successo? “Quando, in una casa di riposo, sentì che non sarebbe più tornata a casa, trascrisse la ricetta a mano su un foglio e mi disse: “Andreino, ora è tua”. A quel punto, decifrando la sua calligrafia in corsivo di altri tempi, resa incerta e tremolante dall’età, io e mia madre abbiamo scoperto i 26 ingredienti segreti: alcune spezie esotiche, ma soprattutto le erbe aromatiche fresche dell’area del Mugello, alcune delle quali anche rare. Anche se la base è stata riprodotta fedelmente, infatti ho scelto di chiamarla con il nome di mia nonna, la sua versione fatta in casa aveva una gradazione molto più alta. Io invece ho preferito abbassarla per esaltare e rendere prevalente la parte aromatica, per renderlo gradevole a un ventaglio di pubblico più ampio, perché più persone possibili possano portarlo in tavola dopo un pranzo all’insegna della convivialità”. Si aspettava un successo simile? “Sapevo di avere in mano una ricetta storica e di famiglia, ma è anche vero che quando usciamo dalla platea di amici e parenti è sempre un salto nel buio. A un certo punto mi son detto: ok, ne buttiamo via sempre tanti di soldi, voglio provarci, rendere giustizia a questa ricetta. Sono andato in produzione con 200 bottiglie: sono finite nell’arco di un mese e mezzo. Ne ho fatto altre 200, e poi altre 100: tutte sono andate a ruba. Ho allargato la produzione, il primo lotto del 2024 sarà già di 1200. Bottiglie che produciamo in una distilleria dell’Impruneta, si trovano nei bar e ristoranti locali del Mugello, e mi vengono richieste in tutto il mondo. Si procede alla raccolta delle erbe, che sono tutte fresche, e si procede all’infusione: ecco perché prepariamo questo prodotto in base alla stagionalità, in base alla fioritura, dalla primavera fino ad inizio estate. Sono iscritto al concorso internazionale di Lione, e a quello di Francoforte (i risultati si sapranno il 6 aprile). Il processo di infusione e imbottigliamento richiede circa un mese. Compatibilmente alla resa delle piante, mi sto attrezzando per sopperire a tutte le richieste”. Nella vita di cosa si occupa? “Sono un Ncc. Questo prodotto è nato solo per passione. Appena ricevuta la comunicazione del premio ho detto ai miei figli: “Questa è la dimostrazione di come, dal niente, si può arrivare a raggiungere risultati importantissimi. Dico dal niente perché sono partito da solo, con una ricetta in mano, e senza neanche la persona che l’aveva scritta. Se non avessi fatto questo passo, questa ricetta sarebbe morta con mia nonna. L’Italia è fatta di tradizioni, che non dobbiamo lasciar morire con i nostri cari”. Si aspettava questo piazzamento a Lione? “Me lo sentivo, ma forse era più una voglia di arrivare. Hanno partecipato 49 Paesi al mondo, 900 prodotti tra distillati e liquori. Sono stati premiati in 296, soltanto 14 medaglie in Italia, 6 di oro e 8 d’argento”. Il commento più bello che ha ricevuto da un assaggiatore? “Il commento più comune è questo: “Si sentono gli odori di una volta, mi riporti indietro nel tempo” Questa era ed è la mia mission: portare in più case possibili quello che noi bevevamo a tavola una volta”. Cosa direbbe sua nonna di questo suo risultato? “Direbbe con un sorriso “Icchè tu' ti' s’e' messo a fare”. E sarebbe fiera di me. Per me non è mai morta, anzi, ora la conoscono in tutto il mondo. La faccio rivivere attraverso questo prodotto, a cui non a caso ho dato il suo nome: Leonetta”. Maurizio Costanzo