Leopolda, grande folla al via. Renzi: "Qui c'è un popolo che non ha paura"

Oltre duemila persone hanno partecipato al primo giorno della kermesse renziana a Firenze. Emozione per l'intervento della comandante curda

Leopolda 10, Matteo Renzi (New Press Photo)

Leopolda 10, Matteo Renzi (New Press Photo)

Firenze, 18 ottobre 2019 - Il format è quello vincente della Leopolda, parole, video e politica a tutta velocità. Quella di quest’anno però ha un peso e un significato particolari, perché lancia ufficialmente la neonata formazione politica Italia Viva. "Davanti a questa esplosione di entusiasmo sono commosso e senza parole. Due ore prima dell'inizio la Leopolda 10 scoppia di gente. È bellissimo! Cerchiamo di far entrare tutti", scrive su Facebook l'ex premier Matteo Renzi poco prima di salire sul palco. Non è un passaggio qualsiasi, è la conclusione di un viaggio, a tratti sorprendente, che ha portato l’ex sindaco di Firenze a metter in fila, prima la conquista della leadership del Partito Democratico, poi il grande salto alla guida del governo, infine la pagina amara della sconfitta referendaria, il passo falso alle ultime politiche, fino all’apertura a sorpresa ai grillini per il Conte bis, infine l’addio al Pd.

Sogni e obiettivi. Il palco è in stile concerto, allestito come un salotto di una casa tra arredi vintage e un grande albero di corbezzolo. Eccola la Leopolda numero 10, nel calcio è il numero dei fuoriclasse, in questo caso è una ragazza di Amatrice, Benedetta, rimasta senza la mamma morta nel terremoto, la ricorda dal palco centrale della ex stazione ferroviaria fiorentina. “E’dura” ammette. Tocca a lei e ad alcune ragazze che questa estate sono state a scuola di politica al Ciocco, organizzata da Renzi. E’ dura anche per la comandante Nasrin Abdalla, comandante curda dell'Unità di Protezione delle Donne, il suo popolo è sotto attacco dei soldati del presidente turco Erdogan. In collegamento Skype con Kobane racconta quanto sta succedendo in questi giorni. Appena la sua faccia, molto affaticata, appare sul grande schermo parte subito un grande applauso, le persone si alzano in piedi, battono le mani. Nella Leopolda c’è una grande commozione. La comandante curda saluta con le dita che fanno il segno della vittoria.

Poi tocca al sindaco di Firenze, Dario Nardella. “Il non essere nello stesso partito, non significa che non abbiamo gli stessi valori _ lo accoglie così Renzi _ benvenuto a casa tua”. Nardella ricorda di avere ospitato tempo fa il sindaco di Kobane. “Prendo un impegno non appena finirà questa brutale guerra, inviteremo di nuovo i sindaci e quello di Kobane, per ricostruire le scuole curde. Mi chiedono perché sono alla Leopolda, sono venuto perché qui non ci sono avversari, quelli cercateli nella destra di Salvini”, attacca Nardella. La sua presenza alla Leopolda è limitata solo al saluto come sindaco, poi va via. Questo il prologo della Leopolda, aperta da un ingresso tra il pubblico di Renzi. “Mi dispiace molto per chi ci sta ascoltando da fuori” esordisce l’ex premier. Guarda, la platea, sono più di duemila, arrivano da tutta Italia, Renzi ironizza “meno male che questa doveva essere l’edizione del flop” dice “grazie a chi in questa settimana ha fatto propaganda per non far venire nessuno”. Scende Nardella dal palco e subito dopo partono gli interventi serali.

Politica e politica. Tra il pubblico spuntano le facce note della politica, come Roberto Giachetti, dentro la Leopolda è tutto esaurito, i cancelli sono stati chiusi già verso le 18.30, la kermesse inizierà quasi tre ore dopo, Ettore Rosato. Appare Simona Bonafè, eurodeputata Pd e segretario regionale dem della Toscana, che subito rassicura: "Resto nel Pd, ma sono venuta a salutare tanti amici. Gli avversari del Pd non sono qui dentro, anzi qui c'è una forza alleata al governo - ragiona Bonafé -  una forza che anche alle prossime elezioni regionali può allargare il centrosinistra".

Ogni spunto è buono per ricordare la particolarità della Leopolda. Ci pensa sempre Renzi a farlo. “Qui c’è un popolo che non ha paura di dire quello che pensa” dice, scoppia un boato. “Boni a sedere” è l’invito di Matteo. Il vocio che non si placa, si trasforma in un nuovo grande applauso quando Renzi ricorda il magistrato anti corruzione dimessosi dal suo incarico nei giorni scorsi: “E' un signore” sintetizza il leader di Italia Viva. Naturalmente non mancano le stoccate: “Leggo di strane idee, di Renzi vuol fare cadere il governo, un mese fa lo abbiamo fatto partire, ora se dopo un mese lo fai cadere ti ricoverano per schizofrenia, chi non vuole aumentare l’Iva non vuole far cadere l’economia non il governo, se lanciamo delle idee non potete dire che sono un ultimatum, credo che non capire la differenza sia la resa al populismo _spiega Renzi_ la Leopolda lancia idee, questo è un punto importante, lo stava per capire anche Salvini”. A questo proposito fa sapere che da ora in poi lui in televisione ci andrà solo per fare un confronto con i suoi avversari politici e non solo con i giornalisti. Sabato mattina la ministra Elena Bonetti presenterà il Family Act.  Prima di mezzogiorno il via ai tavoli tematici, saranno una cinquantina, dovranno scrivere il programma di Italia Viva, poi gli interventi dal palco, uno dopo l’altro, fino alle 17.30 quando sarà svelato il simbolo del nuovo partito di Renzi. Il gran finale domenica con il discorso finale di Matteo Renzi, nel mezzo la raccolta di firme per la cancellazione di Quota 100, ipotesi che non piace al premier Conte e ai grillini. Si preannunciano giorni molto caldi anche con il Pd.

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