MAURIZIO COSTANZO
Firenze

Ognissanti, l’omelia di Betori: “Contribuire alla costruzione della pace”

“Partecipiamo alla sofferenza di quanti vivono nelle guerre, in particolare in Ucraina e in Terra Santa”

Giuseppe Betori (foto di repertorio)

Giuseppe Betori (foto di repertorio)

Firenze, 1 novembre 2023 - “Essere operatori di pace, non va confuso con l'essere pacifici o pacificatori: i primi guidati dall'istinto egoistico di vivere in tranquillità; i secondi che si avvalgono del loro potere per imporre la pace agli altri secondo propri schemi e proprie esigenze. Va detto a riguardo degli scenari di guerra nel mondo, ma anche nei contesti di violenza e criminalità che si stanno radicando nelle nostre strade: solo l'impegno a creare condizioni di accoglienza, conoscenza, condivisione, cura dell'altro può contribuire alla costruzione della pace”. Così il cardinale Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze, in un passo dell'omelia proclamata in Cattedrale alla messa per la Solennità di Tutti i Santi.

Betori ha nella stessa omelia, dedicata alle Beatitudini, ha anche detto che su un "orizzonte di benevolenza e di umiltà si muovono la quinta e la settima beatitudine, che trasportano questo atteggiamento profondo dell'animo sul piano del concreto agire relazionale e ci invitano ad assumere comportamenti di perdono e a edificare rapporti di pace. E il perdono non può essere contrattato, ma va offerto in modo incondizionato”.

La celebrazione della messa è stata accompagnata dall'esecuzione della 'Missa in tempore belli’ di Haydn che fu composta nel 1796, quando Napoleone invadeva l'Austria e l'Europa. "Celebrare oggi con la musica della Missa in tempore belli - ha spiegato il cardinale Betori - vuole esprimere anche la nostra partecipazione alla sofferenza di quanti vivono nelle guerre che continuano a sconvolgere la vita di uomini e popoli, in particolare in Ucraina e in Terra Santa”. Il brano di Haydn è stato eseguito dall'Orchestra e dal Coro del Conservatorio Cherubini di Firenze diretti dal maestro Alessandro Pinzauti.  

Maurizio Costanzo