27 aprile 1945: Mussolini arrestato con sei valigie cariche d’oro (e sparite)

Il mistero sulla sua morte: perché la camicia e i pantaloni del Duce non presentano fori di proiettili né macchie di sangue? E dove sono finite quelle sei valigie sequestrate al momento dell’arresto?

Benito Mussolini (foto Ansa)

Benito Mussolini (foto Ansa)

Firenze, 27 aprile 2024 Era il 27 aprile del 1945 quando le truppe partigiane arrestarono Mussolini a Dongo, vicino al confine con la Svizzera. Aveva con sé sei valigie: contenevano un tesoro, poi sparito non si sa dove. Il Duce aveva lasciato Milano due giorni prima e stava cercando di lasciare l'Italia fingendosi un soldato tedesco. Insieme alla sua compagna, Claretta Petacci, verrà fucilato il giorno dopo.

Tuttavia la morte del Duce resta avvolta ancora nel mistero. Perché la camicia e i pantaloni del Duce non presentano fori di proiettili né macchie di sangue? Come fa la traiettoria dei colpi di pistola (dall'alto verso il basso, secondo le ferite) a coincidere con la morte per fucilazione? E poi ancora, i fori dei proiettili sui corpi di Mussolini e della Petacci hanno l'alone dello sparo a bruciapelo.

Facendo sua la convinzione di Jorge Luis Borges che "la Storia è un atto di fede", il regista Renzo Martinelli nel suo romanzo d'esordio Kill Benito, edito da Gremese, accende i riflettori solo sulle ultime ore di vita del Duce, compiendo una vera e propria indagine per dimostrare che forse ciò che a scuola ci hanno insegnato non è del tutto vero. Sfidando la versione ufficiale, secondo cui Benito Mussolini e Claretta Petacci vennero fucilati dai partigiani comunisti davanti al muretto di villa Belmonte, a Giulino di Mezzegra, alle 16.10 del 28 aprile del 1945, l'autore offre un nuovo punto di vista e una diversa verità.

Al centro della nuova ipotesi alcune incongruenze. Secondo quanto scritto nel romanzo, il vero teatro dell'uccisione, avvenuta non il pomeriggio ma alle prime luci del mattino del 28 aprile, sarebbe la casa dei coniugi De Maria, dove il Duce e la sua amante vennero portati dal Capitano Neri dopo la cattura. Questo si legherebbe anche all'interesse degli Inglesi a vedere Mussolini morto per evitare imbarazzi a Churchill (per via del carteggio con il Duce). Oltre alla vicenda della morte del dittatore, Martinelli indaga anche sul famoso 'oro di Dongo', ossia sulle sei valigie contenenti le ricchezze sottratte agli ebrei del Centro Italia e sequestrate a Mussolini quando venne catturato.

Un oro scomparso, e di cui secondo l'autore si appropriò indebitamente il Partito Comunista Italiano. Senza paura di urtare dogmi ideologici o verità acquisite, l'autore apre la porta nuove possibilità, senza fornire risposte certe, ma solo dettagli, ragionamenti, informazioni. Lasciando come sempre al pubblico il compito di prendere posizione.

Nasce oggi

Renato Rascel nato il 27 aprile del 1912 a Torino. È stato una delle eccellenze artistiche italiane che hanno segnato almeno 60 anni del Novecento. Non c'è settore dello spettacolo – dalle canzoni, all’avanspettacolo ai film - in cui Rascel, nato si può dire sul palcoscenico, non abbia lasciato il segno. A lui si deve l'ispirazione dei grandi Garinei e Giovannini per creare le prime commedie musicali all'italiana. Ha detto: “Le verità sono come le medicine: hanno il sapore cattivo e nessuno le vuole prendere, però fanno bene”.

Maurizio Costanzo 

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