Wanda Ferragamo, la madre e l'imprenditrice: ecco la mostra "Donne in equilibrio"

Firenze, l'esposizione a Palazzo Spini Feroni

Un angolo della mostra "Donne in equilibrio" (New Press Photo)

Un angolo della mostra "Donne in equilibrio" (New Press Photo)

Firenze, 19 maggio 2022 - “Come è bello essere perbene”, diceva sempre Wanda Miletti Ferragamo, straordinaria capitana d’impresa che si è fatta da sola e, alla morte del marito il celeberrimo Salvatore Ferragamo nel 1960, ha portato avanti il brand trasformandolo da laboratorio artigiano in una delle aziende più importanti e prestigiose del Made in Italy e della moda internazionale.

Alla sua figura indimenticabile è dedicata la mostra “Donne in equilibrio” presentata oggi a Palazzo Spini Feroni e che sarà aperta al pubblico da domani 20 maggio al 18 aprile 2023, curata dalla direttrice del Museo Salvatore Ferragamo Stefania Ricci e da Elvira Valleri storica specializzata nel racconto della storia delle donne.

Un excursus su dieci anni fondamentali, 1955-1965, quando esplode la presenza femminile nel mondo del lavoro anche se ancora piuttosto ferma a mestieri di accudimento o minori (solo nel 1963 le donne entreranno in magistratura), con esempi fulgidi di imprenditrici illuminate, spesso vedove di grandi uomini come Wanda Miletti Ferragamo che a 38 e da sola riprese in mano l’azienda fondata dal marito e con sei figli (il minore aveva solo 3 anni) cominciò a lavorare in via Tornabuoni sedendosi alla scrivania del marito Salvatore e cominciando ad occuparsi di tutto dalla produzione alle vendite specie all’estero, senza mai trascurare i suoi doveri di madre e le sue peculiarità di donna. A ricordare il suo esempio oggi i suoi figli, Giovanna, Ferruccio, Leonardo e Massimo Ferragamo, commossi, consci di aver avuto una guida unica e di immensa forza e coraggio.

Al Museo Ferragamo si racconta questa storia ma non solo, perché si rende omaggio ad altre imprenditrici, alle artiste, alle giornaliste, alle scienziate che in quegli anni alzarono al femminile l’asticella della società. Insomma, in “Donne in equilibrio” si ragiona sull’incrocio tra la dimensione soggettiva e la storia dell’economia italiana di quegli anni di novità e grande fermento sociale.

Quello di Wanda declinato per tutta la vita non solo per amore dei figli ma anche dei 23 nipoti ai quali scriveva sempre i suoi pensieri e i suoi consigli, era un progetto operoso, di una incredibile visionaria, donna di fede e pugno di ferro, dolcissima e tenace, che ha affrontato la sfida del potere e del successo col sorriso e l’impegno quotidiano, fino all’ultimo giorno della sua vita, il 19 ottobre 2018.

Guida intelligente, cittadina del mondo eppure nata in uno sperduto paese dell’Irpinia come Bonito, paese natio anche di Salvatore che a 42 anni se ne innamorò al primo incontro e subito la sposò: era il 1940 e lei aveva solo 18 anni. Dalla mostra emerge il loro amore e la passione mai sopita di lei per lui, l’aver alimentato in famiglia e nel mondo la sua memoria e il suo genio.

E mai come oggi occorre riflettere su quel decennio magico in cui maturano le idee di eguaglianza (e come ha ricordato Davide Rampello la parola equilibrio deriva dal latino aequus), e si gettano le basi della riscossa e dell’impegno femminile nella società anche nelle professioni e nella ricerca.

Un insegnamento attuale per essere donna a pieno titolo, questo uno dei tanti significati di questa mostra al Museo Ferragamo. Con la scenografia di Maurizio Balò ecco vari ambienti, per primo la ricostruzione dello studio di Wanda Ferragamo coi suoi oggetti preferiti, e il ritratto del marito eseguito da Pietro Annigoni nel 1949.

Poco più in là il ritratto contemporaneo di lei eseguito da Claire Tabouret che si è ispirata a una foto scattata al Palagio, la residenza fiorentina dei Ferragamo.

“Come vorrei essere ricordata? Soprattutto come mamma, una mamma prestata all’imprenditoria”, diceva la signora Ferragamo che non ha mai amato parlare di sé. Tante foto esposte in ricordo dei momenti belli di una vita di famiglia e di lavoro.

Una famiglia unita, le foto di tante famiglie celebri del tempo riprese dai rotocalchi, poi il lavoro delle donne che indossano anche le divise da hostess dell’Alitalia, e sono impegnate al tavolo di disegno come Gae Aulenti. Altre pioniere dell’industria, da Anna Bonomi Bolchini a Deanna Veroni Ferretti, da Renata Brion a Angela Maria Barbizzoli.

E le giornaliste come Irene Brin, Mariella Gasperini, Camilla Cederna, Oriana Fallaci. Una stanza per una sola artista, ancora vivente, Giosetta Fioroni e i suoi colori. Le immagini della rivoluzione in cucina tra lavatrici e frullatori, Carosello, e perfino il taccuino manoscritto di ricette di Wanda Ferragamo.

Arrivano le teenagers con la loro cameretta e il giradischi prima bandiera di libertà, il telefono Grillo e le confidenze con le amiche, poi la moda con la sera dei pigiama palazzo di Irene Galitzine e il primo tailleur per la donna che esce di casa per andare al lavoro realizzato nel 1951 da Max Mara dall’intuizione di Achille Maramotti.

Fondamentale il catalogo di Donne in Equilibrio edito da Eletta con gli importanti contributi dei tanti autorevoli membri del comitato scientifico chiamati a collaborare da Stefania Ricci ed Elvira Valleri. La sorpresa poi è il libro su Wanda Miletti Ferragamo scritto dalla nipote Ginevra Visconti, giornalista, figlia di Fulvia Ferragamo,“Nel libro rosso di Tà. La vita di Wanda Ferragamo”, con introduzione di Melania Mazzucco. Tà è il soprannome con il quale tutti i nipoti hanno sempre chiamato Wanda, mai nonna, questa donna straordinaria che per parlare con ognuno di loro per tramandare i suoi valori usava scrivere lettere piene di consigli e di insegnamenti.

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