27 marzo 1973, il giorno del “gran rifiuto” di Marlon Brando. In difesa dei diritti

Agli Oscar mandò al suo posto una giovane donna Apache, ma accadde che…

Piccola Piuma e Marlon Brando

Piccola Piuma e Marlon Brando

Firenze, 27 marzo 2023 – Era il 27 marzo del 1973, un giorno che passò alla storia come quello del ‘Gran rifiuto’ di Marlon Brando. L’attore aveva vinto il premio Oscar come migliore attore protagonista del film ‘Il Padrino’, ma alla cerimonia di premiazione non si presentò in segno di protesta contro il trattamento riservato agli indiani d’America da parte di Hollywood e del governo.

Al suo posto mandò una giovane donna indiana Apache Sacheen Littlefeather, pseudonimo di Marie Louise Cruz, all’epoca 26enne. Il boicottaggio della statuetta da parte di Brando fu dovuto alla risposta del governo americano a Wounded Knee, sito nel 1890 di un massacro di indiani d’America, e nel 1973 occupato, proprio per il suo valore simbolico, per alcuni mesi in segno di protesta dagli attivisti dell’American Indian Movement. L’occupazione portò addirittura a scontri armati con l’Fbi. Piccola Piuma aveva preparato un discorso di otto pagine ma le fu concesso solo un minuto. Dopo aver detto che la posizione di Marlon Brando era dovuta al trattamento degli indiani d’America nell’industria cinematografica e televisiva oltre che “ai recenti episodi a Wounded Knee”, il pubblico cominciò a fischiare e ad insultarla. La donna inoltre, d’accordo con Brando, si rifiutò persino di toccare la statuetta offertale dai due presentatori, Roger Moore e Liv Ullmann. Solo dopo mezzo secolo l’Academy ha fatto mea culpa mandando una lettera di scuse a Little Feather, che Piccola Piuma accolse definendola “un sogno che si è avverato”. “Noi indiani siamo un popolo molto paziente – disse - sono passati solo 50 anni! Di questi tempi bisogna mantenere il senso dell’umorismo, è il nostro metodo di sopravvivenza”. Nasce oggi Alfred de Vigny nato il 27 marzo del 1797 a Loches, Turenna. Scrittore francese, tra i maggiori del Romanticismo, la sua poesia risolve in maniera simbolica i temi del conflitto tra sogno e realtà. Ha scritto: “Non è una colpa cercare la verità, ma lo è l’affermarla prima d’averla trovata”.

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